In Perù almeno 16 persone sono state uccise in un attacco attribuito al gruppo terroristico Sendero Luminoso

La Valle de los ríos Apurímac, Ene y Mantaro (VRAEM), in Perù, vista da un elicottero (AP Photo/Rodrigo Abd)
La Valle de los ríos Apurímac, Ene y Mantaro (VRAEM), in Perù, vista da un elicottero (AP Photo/Rodrigo Abd)

Domenica a San Miguel del Ene, un piccolo centro nella zona centromeridionale del Perù, almeno 16 persone, tra cui due bambini, sono state uccise in un attacco attribuito dalle autorità al gruppo terroristico di estrema sinistra Sendero Luminoso. Secondo un funzionario locale sentito da Associated Press, le persone uccise erano all’interno di due bar che si trovano uno di fronte all’altro: su alcune di loro sono stati trovati i segni di ferite di arma da fuoco, altre sono state trovate bruciate.

Le forze armate del Perù hanno detto di aver trovato accanto ai corpi diversi opuscoli che diffidavano dall’andare a votare nel ballottaggio delle elezioni presidenziali che si terrà il prossimo 6 giugno. Gli opuscoli erano firmati dal Comitato centrale del Partito comunista militarizzato del Perù, che è una fazione di Sendero Luminoso.

L’attacco è avvenuto nella Valle de los ríos Apurímac, Ene y Mantaro (conosciuta anche con la sigla VRAEM), un’area molto povera in cui la polizia è poco presente e dove si coltiva la coca, la pianta da cui si ottiene la cocaina: da molti anni è diventata il centro delle attività terroristiche e di narcotraffico di Sendero Luminoso.

Sendero Luminoso è un’organizzazione nata in Perù nel 1980, di ispirazione marxista, leninista e maoista, che vuole instaurare nel paese un regime rivoluzionario contadino comunista. Il gruppo si è indebolito a partire dal 1992, dopo una guerriglia molto violenta che causò la morte di migliaia di persone e dopo l’arresto del suo leader e fondatore, l’ex professore di filosofia Abimael Guzmán, ma è ancora molto attivo nel traffico della cocaina.

Il presidente peruviano Francisco Sagasti ha detto che si è trattato di un attacco terroristico e che sono stati inviati nella zona l’esercito e la polizia per punire i responsabili. Sagasti è attualmente il presidente ad interim del paese e si ritirerà dopo l’elezione del nuovo presidente: al ballottaggio del 6 giugno sono candidati Pedro Castillo, un attivista di sinistra, e Keiko Fujimori, populista di destra.

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