«Fra i nostri club c’è un patto di sangue, andiamo avanti»

Lo aveva detto Andrea Agnelli in un'intervista pubblicata mercoledì: nel giro di poche ore ha dovuto ammettere che non sarà così

(ANSA/EPA/Juan Carlos Hidalgo)
(ANSA/EPA/Juan Carlos Hidalgo)

In un’intervista pubblicata mercoledì mattina da Repubblica, il presidente della Juventus Andrea Agnelli aveva detto di essere sicuro «al cento per cento» che il contestatissimo progetto della Super League sarebbe andato avanti. L’intervista, del direttore Maurizio Molinari, era stata fatta prima degli sviluppi di martedì sera, quando tutti e sei i club inglesi che avevano aderito al progetto si erano tirati indietro, facendo di fatto sgretolare la Super League. Mercoledì mattina quindi l’intervista uscita in edicola e online era già superata dai fatti, nonostante un’integrazione in testa che dava conto della decisione dei club della Premier League. Nella tarda mattinata di mercoledì, Agnelli ha dovuto ammettere parlando con Reuters che a queste condizioni il progetto non può andare avanti.

Presidente Agnelli, la Superlega perde pezzi, il progetto rischia di affondare?
«Fra i nostri club c’è un patto di sangue, andiamo avanti».

Ritiene che il progetto possa ancora avere successo?
«Sì, ha il cento per cento di possibilità di successo».

La Super League, nei piani dei club coinvolti, sarebbe dovuto diventare un campionato internazionale parallelo a quelli nazionali sostituendo l’attuale Champions League, cioè il principale campionato europeo per squadre di club. A differenza della Champions League, alla Super League avrebbero dovuto partecipare di diritto 15 squadre, cioè i tre quarti del totale, mentre altre 5 sarebbero state decise in base al merito sportivo della stagione precedente. Al momento sia l’ingresso in Champions League sia in Europa League viene deciso interamente sulla base del merito sportivo.

Il progetto, annunciato a sorpresa domenica dopo anni di voci e speculazioni, era stato criticato molto duramente da gran parte di tifosi, giornalisti, calciatori e allenatori europei. La UEFA, l’organo di governo del calcio europeo, ha minacciato gravi sanzioni per le società e i calciatori che aderiranno al nuovo torneo, e anche le leghe che organizzano i principali campionati europei hanno minacciato sanzioni per le squadre aderenti al progetto. A Reuters, Agnelli ha detto di rimanere convinto della bontà del progetto, che avrebbe creato «la migliore competizione del mondo».

Nell’intervista a Repubblica Agnelli aveva risposto alla critica principale rivolta al torneo, e cioè che sarebbe stato un progetto elitario a cui parteciperebbero solamente le squadre più ricche, dicendo che la Super League avrebbe portato benefici a tutto il mondo del calcio, non solo ai club più ricchi. Per Agnelli la Super League aumenterebbe la distribuzione delle risorse agli altri club «rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio».

Agnelli ha detto anche che «c’è piena volontà di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali», sostenendo che se la UEFA e le leghe nazionali avessero sanzionato i club partecipanti alla Super League sarebbe un grave abuso: «quanto stanno minacciando è illegale. Se ciò avvenisse non sarebbe solo un monopolio ma una dittatura. Vogliamo rimanere vicini ai nostri tifosi». Ha poi parlato di nuovo del presunto allontanamento dei ragazzi e dei giovani dal calcio, sostenendo che «il 40% per cento di coloro che hanno fra i 16 e 24 anni non ha interesse nel mondo del calcio» e che occorra creare una competizione «che simuli ciò che fanno sulle piattaforme digitali, come Fifa» e che fronteggi «la competizione di Fortnite o Call of Duty, che sono i veri centri di attenzione dei ragazzi di oggi, che spenderanno domani».

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