Più di 1.800 detenuti sono evasi da una prigione nel sudest della Nigeria

Una stanza con documenti bruciati nella prigione a Owerri, in Nigeria, dopo l'esplosione che ha fatto evadere oltre 1.800 detenuti, il 5 aprile 2021 (AP Photo/David Dosunmu)
Una stanza con documenti bruciati nella prigione a Owerri, in Nigeria, dopo l'esplosione che ha fatto evadere oltre 1.800 detenuti, il 5 aprile 2021 (AP Photo/David Dosunmu)

Lunedì alcuni uomini armati hanno distrutto con degli esplosivi una parte di una prigione nella città di Owerri, nel sudest della Nigeria, facendo evadere 1.844 persone che erano detenute nella struttura. 35 detenuti non sono voluti evadere, mentre almeno 6 sono tornati dopo essere inizialmente fuggiti. Un agente di polizia è stato ferito da un colpo di arma da fuoco. Secondo le autorità, la responsabilità dell’attacco sarebbe da attribuire alla Rete per la sicurezza orientale, l’ala paramilitare del movimento secessionista Indigeni del Biafra, che invece ha negato ogni coinvolgimento. Il presidente Muhammadu Buhari ha definito l’azione «un atto di terrorismo».

La Repubblica del Biafra fu uno stato secessionista del sudest della Nigeria, nella zona che si affaccia appunto sul golfo del Biafra e dove esistono i maggiori giacimenti di petrolio del paese. La sua indipendenza durò dal 1967 al 1970 e provocò in quegli anni la guerra civile nigeriana, al termine della quale il Biafra venne reincorporato nella Nigeria. Il conflitto causò la morte di milioni di persone, anche per la fame dovuta al blocco sull’accesso di beni di prima necessità messo in atto dal governo centrale nella regione.

Negli ultimi anni i movimenti secessionisti si sono in parte riattivati e le forze di sicurezza nigeriane hanno sempre represso le proteste con la forza, uccidendo in alcuni casi i protestanti pacifici pro-Biafra. Negli ultimi mesi nella regione sudorientale della Nigeria ci sono stati diversi attacchi a stazioni di polizia e altre strutture, che sono stati spesso attribuiti agli Indigeni del Biafra. Il gruppo però ha sempre negato le responsabilità.