Ruggero Razza, assessore alla Salute della Sicilia, si è dimesso a causa di un’indagine sulla falsificazione dei dati relativi all’epidemia

Palazzo D'Orleans, sede della Regione Sicilia (LaPresse - Guglielmo Mangiapane)
Palazzo D'Orleans, sede della Regione Sicilia (LaPresse - Guglielmo Mangiapane)

L’assessore alla Salute della Regione Sicilia, Ruggero Razza, si è dimesso a causa di un’indagine in corso legata alla falsificazione di dati sui contagi da coronavirus inviati dalla Regione all’Istituto superiore di sanità: la falsificazione sarebbe stata decisa per mantenere la situazione epidemiologica sotto le soglie di allerta, ed evitare restrizioni più rigide di quelle già imposte. L’annuncio delle dimissioni è arrivato dopo che era stata diffusa la notizia dell’arresto di tre funzionari – una dirigente della Regione Sicilia, Maria Letizia Di Liberti, e due suoi collaboratori, Salvatore Cusimano ed Emilio Madonia – per la falsificazione dei dati. Razza risulta indagato.

L’inchiesta è nata da un’altra indagine dei carabinieri sui risultati errati di centinaia di tamponi esaminati da un laboratorio di Alcamo, in provincia di Trapani. Dalle intercettazioni avviate lo scorso anno sono emerse alcune conversazioni sospette in cui la dirigente e i suoi collaboratori parlavano di modificare i dati giornalieri dei contagi e dei tamponi. Secondo il giudice per le indagini preliminari, quello messo in atto è «un disegno politico scellerato a cui sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che anzi pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite».

Nell’annunciare le sue dimissioni, Razza ha detto: «Soprattutto nel tempo della pandemia le istituzioni devono essere al riparo da ogni sospetto. Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni. I fatti che vengono individuati  si riferiscono essenzialmente al trasferimento materiale dei dati sulla piattaforma che sono stati riportati in coerenza con l’andamento reale dell’epidemia, tenuto conto della circostanza che sovente essi si riferivano a più giorni e non al solo giorno di comunicazione».