Almeno 38 persone sono morte durante le manifestazioni in Myanmar

Manifestanti contro la giunta militare prima di uno scontro con la polizia a Yangon, in Myanmar, il 3 marzo 2021 (Stringer/Getty Images)
Manifestanti contro la giunta militare prima di uno scontro con la polizia a Yangon, in Myanmar, il 3 marzo 2021 (Stringer/Getty Images)

Mercoledì, in Myanmar, almeno 38 persone sono morte durante le manifestazioni contro la giunta militare, in cui l’esercito ha sparato contro la folla. Christine Schraner Burgener, l’inviata speciale dell’ONU nel paese, ha detto che è stato il «giorno più sanguinoso» dal colpo di stato del primo febbraio; da allora più di 50 persone sono morte durante i cortei e gli scontri dei manifestanti con le forze dell’ordine, diventati più frequenti negli ultimi giorni.

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Le manifestazioni di protesta vanno avanti da settimane ed è in corso anche uno sciopero nazionale, a cui stanno partecipando medici, ingegneri, lavoratori delle ferrovie e contadini, tra gli altri. Lo sciopero ha bloccato il paese, paralizzando di fatto anche la giunta militare. Tra le richieste dei manifestanti c’è la liberazione di Aung San Suu Kyi, la ex leader di fatto del Myanmar, che era stata arrestata dai militari durante il colpo di stato. Il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia (NLD), aveva vinto nettamente le elezioni dello scorso novembre, nonostante i militari sostengano senza prova che siano il risultato di brogli.

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