Uno degli accusati per l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia si è dichiarato colpevole ed è stato condannato a 15 anni di carcere

(EPA/HAYOUNG JEON/ANSA)
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Martedì Vincent Muscat, una delle tre persone accusate per l’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, si è dichiarato colpevole dell’omicidio ed è stato condannato a 15 anni di carcere. Il Times of Malta, che ha seguito il processo tenutosi a La Valletta, ha scritto che i fratelli George e Alfred Degiorgio, gli altri due accusati dell’omicidio con Muscat, si sono dichiarati non colpevoli.

Daphne Caruana Galizia era stata uccisa a 53 anni il 16 ottobre del 2017 a Malta, a causa dell’esplosione di una bomba nella sua auto. Era una delle giornaliste più famose a Malta per via delle sue inchieste sulla corruzione e soprattutto sull’evasione fiscale internazionale sull’isola legata ai Panama Papers, i documenti riservati che avevano rivelato una rete internazionale di società off shore e loro beneficiari. Le inchieste di Caruana Galizia avevano coinvolto diversi membri del governo maltese dell’epoca fra cui alcuni collaboratori dell’allora primo ministro Joseph Muscat – che non è parente di Vincent Muscat – il quale si dimise per lo scandalo nel gennaio del 2020.

Dopo l’ammissione di Vincent Muscat, altri tre uomini sospettati di essere coinvolti nell’omicidio sono stati arrestati: sono i fratelli Adrian e Robert Agius e Jamie Vella, che avrebbero procurato la bomba con cui è stata fatta esplodere l’auto della giornalista.

Secondo il Times of Malta, nelle ultime settimane Muscat aveva collaborato con le autorità e aveva concordato un patteggiamento con i pubblici ministeri, che prevedeva uno sconto di pena se avesse confessato e testimoniato su chi fosse responsabile con lui dell’omicidio. Il presunto mandante dell’omicidio, l’imprenditore Yorgen Fenech, subirà invece un processo separato.