È morto Chick Corea

Era uno dei più famosi pianisti jazz e fusion di sempre, e aveva 79 anni

Chick Corea a Torino nel 2018. (Giorgio Perottino/Getty Images for OGR )
Chick Corea a Torino nel 2018. (Giorgio Perottino/Getty Images for OGR )

Chick Corea, pianista statunitensi tra i più famosi della storia del jazz e che negli anni Settanta contribuì a inventare la fusion, è morto per le conseguenze di una rara forma di cancro scoperta solo di recente, ha detto la famiglia. Aveva 79 anni, e nella sua lunga carriera aveva suonato con la band di Miles Davis, che negli anni Sessanta riuniva i più grandi giovani talenti del jazz dell’epoca, prima di fondare negli anni Settanta i Return to Forever, e di accumulare nei decenni successivi un sacco di collaborazioni e premi, compresi 23 Grammy.

Pianista virtuoso ed estremamente prolifico, Corea fu tra i pionieri delle tastiere elettriche nel jazz, che iniziò a suonare da giovane negli anni Sessanta quando insieme a gente come Herbie Hancock, Keith Jarrett e Joe Zawinul (tutti come lui membri delle band di Davis) definì le basi della fusion, il genere che unì i suoni elettrici del rock al jazz. In particolare, Corea diventò uno dei più grandi interpreti del Fender Rhodes, celebre piano elettrico dell’epoca con un suono assai riconoscibile, che suonò con Davis in Bitches Brew e poi con i Return to Forever.


Corea era nato nel 1941 nel Massachusetts e aveva un padre trombettista e calabrese, che lo iniziò al jazz e alla musica europea, rimasta sempre centrale nella sua produzione. Studiò alla Juilliard di New York e negli anni Sessanta entrò nella scena del jazz, collaborando tra gli altri con Dizzy Gillespie e Stan Getz, e da lì fu preso nella band di Davis, che alla fine del decennio aveva messo insieme un gruppo di giovani musicisti elettrici per registrare quelli che sarebbero stati ricordati come i dischi fondativi della fusion, In a Silent WayBitches Brew.

Dopo quell’esperienza, Corea si unì prima ai Circle, un gruppo rimasto insieme poco tempo, e poi soprattutto mise insieme i Return to Forever, tra le prime band fusion della storia, insieme al bassista Stanley Clarke. Con la band raggiunse una grande fama, contribuendo a definire il suono del jazz di quegli anni con un repertorio assai ricercato e originale, caratterizzato da ritmi veloci e complessi e dai pirotecnici virtuosismi dei musicisti. Ma allo stesso tempo quella dei Return to Forever e di Corea era una musica assai vicina alle sonorità pop e alla musica popolare sudamericana ed europea, e quindi famigliare per moltissimi. Per la band passarono tanti celebri musicisti dell’epoca, dal chitarrista Al Di Meola al batterista Lenny White al violinista Jean-Luc Ponty, che suonò nella famosa “Armando’s Rhumba”.


Nei decenni successivi, Corea pubblicò un sacco di dischi da solo e in varie formazioni, allargando ulteriormente la sua fama internazionale con vari progetti pop e soul di successo. Si diede anche alla musica classica e contemporanea, tornò a suonare principalmente il pianoforte acustico, e collaborò con tanti musicisti famosi. Uno dei suoi soci fissi diventò il vibrafonista Gary Burton, e in anni più recenti suonò dal vivo tra gli altri con gli italiani Pino Daniele e Stefano Bollani, con cui registrò un disco – Orvieto – nel 2011. Plays, l’ultimo disco di Corea, era uscito nel 2020.