Arcadia, il gruppo che gestisce l’azienda di moda Topshop, è entrato in amministrazione straordinaria

La crisi, iniziata da tempo, è stata aggravata dalla pandemia di coronavirus

(Hollie Adams/Getty Images)
(Hollie Adams/Getty Images)

Arcadia, la multinazionale britannica proprietaria di aziende di moda come Topshop, Miss Selfridge, Burton e Dorothy Perkins, è entrata in amministrazione straordinaria il 30 novembre. L’amministrazione è stata affidata all’azienda di revisione Deloitte, che ha il compito di trovare un acquirente per tutti i marchi del gruppo; nel frattempo le aziende di Arcadia resteranno operative. Il gruppo gestisce 444 negozi in Regno Unito e 22 oltreoceano e impiega più di 13mila persone; al momento più di 9mila sono in cassa integrazione, ma non sono stati annunciati licenziamenti.

Arcadia è uno dei tanti gruppi che gestiscono grandi magazzini che hanno richiesto l’amministrazione straordinaria in seguito alla crisi economica causata dal coronavirus, come Neiman Marcus, J. Crew e Lord & Taylor. La pandemia, che ha costretto alla chiusura prolungata dei negozi fisici con il conseguente calo di vendite, ha accelerato una crisi che durava da anni, dovuta soprattutto alla concorrenza di marchi di fast fashion (che vendono abbigliamento alla moda, di bassa qualità a costi molto contenuti) e alla lentezza nell’adeguarsi alle vendite e promozioni online.

In particolare Topshop dagli anni Duemila in poi era considerato uno dei marchi a prezzi accessibili più alla moda, famoso per le collaborazioni con celebrità come Kate Moss e Rihanna e con marchi di moda emergenti come JW Anderson. Negli anni però si è trasformato in un marchio senza una spiccata identità e ha subito la concorrenza di rivenditori online come Asos e di negozi fisici come Brandy Melville, destinato ai teenager, Primark con i suoi prezzi bassi, e Zara.

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