Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato sei agenti russi per una serie di attacchi informatici di alto livello

Vladimir Putin a Berlino, 19 ottobre 2016 (Adam Berry/Getty Images)
Vladimir Putin a Berlino, 19 ottobre 2016 (Adam Berry/Getty Images)

Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato sei agenti dell’intelligence militare russa per diversi attacchi informatici di alto livello condotti in tutto il mondo: avrebbero interferito, tra le altre cose, con le elezioni presidenziali francesi del 2017 per favorire Marine Le Pen, con le Olimpiadi invernali del 2018 in Corea del Sud dopo che agli atleti russi era stato vietato di partecipare a causa dell’utilizzo di doping, e sarebbero responsabili degli attacchi del 2015 e del 2016 alla rete elettrica pubblica dell’Ucraina.

I pubblici ministeri hanno affermato che i sospettati facevano tutti parte di una stessa unità, la 74455 del GRU, cioè il servizio segreto militare russo, già coinvolta nelle violazioni alla campagna presidenziale di Hillary Clinton nel 2016. Uno degli accusati, Anatoliy Sergeyevich Kovalev, era già stato incriminato due anni fa per aver interferito nelle elezioni presidenziali USA che avevano poi portato alla vittoria di Donald Trump.

John C. Demers, assistente procuratore generale per la sicurezza nazionale, ha detto: «Nessun paese ha sfruttato le proprie capacità di hacking in modo tanto malizioso e irresponsabile quanto la Russia, causando danni senza precedenti in modo arbitrario soltanto per perseguire piccoli vantaggi tattici o per ripicca»: per destabilizzare istituzioni e ideali democratici, vendicarsi di nemici e distruggere economie rivali. I sei, ha poi spiegato, sono accusati di aver condotto «la serie più dirompente e distruttiva di attacchi informatici mai attribuita a un singolo gruppo». E ancora: «Il loro attacco informatico ha combinato la maturità emotiva di un bambino petulante con le risorse di uno stato nazionale». Il comunicato del dipartimento dice esplicitamente che gli hacker avrebbero condotto le loro attività per conto del governo russo.

L’ambasciata russa a Washington ha negato le accuse parlando di notizie che «non hanno alcuna relazione con la realtà» e che hanno come obiettivo «suscitare sentimenti russofobi nella società americana e lanciare una “caccia alle streghe”».