18 persone sono state arrestate a Roma con l’accusa di controllare le autorizzazioni per il commercio ambulante

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, su disposizione della procura di Roma, hanno arrestato diciotto persone, nell’ambito di un’inchiesta su un’associazione criminale che avrebbe messo in atto «un collaudato sistema corruttivo ed estorsivo» relativo alle autorizzazioni per il commercio su strada a Roma. Fra i diciotto arrestati, di cui otto sono in carcere e dieci ai domiciliari, ci sono due pubblici ufficiali, quattro sindacalisti, sette commercianti e due esponenti della famiglia Tredicine, i fratelli Dino (in carcere) e Mario (ai domiciliari), che da anni, secondo diverse inchieste, controllerebbe la gestione del commercio ambulante a Roma.

Agli arrestati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione del segreto d’ufficio, estorsione, abusiva attività finanziaria, usura e autoriciclaggio. La Guardia di Finanza ha sequestrato inoltre 1 milione di euro di disponibilità finanziaria di alcuni indagati, che sarebbero i profitti dell’attività illecita.

Secondo la procura l’organizzazione criminale gestiva «a scopo di illecito arricchimento, le autorizzazioni amministrative per l’esercizio di attività commerciali su aree pubbliche e le numerose postazioni presenti nella capitale nel settore del commercio ambulante, avvalendosi (qualora necessario) di condotte intimidatorie, minacce e violenze per ottenere indebite somme di denaro». In cambio delle autorizzazioni al commercio gli indagati ricevevano denaro, ma anche pranzi e cene, vestiti firmati e abbonamenti allo stadio per le partite di Serie A.