Nello Utah, negli Stati Uniti, la polizia ha sparato a un tredicenne disarmato con la sindrome di Asperger

Agenti della polizia di Salt Lake City, nello Utah, negli Stati Uniti, durante un'indagine il 27 giugno 2019 (George Frey / Getty Images)
Agenti della polizia di Salt Lake City, nello Utah, negli Stati Uniti, durante un'indagine il 27 giugno 2019 (George Frey / Getty Images)

A Salt Lake City, nello Utah (Stati Uniti), una donna ha detto che due agenti della polizia hanno sparato a suo figlio tredicenne, che ha la sindrome di Asperger. La donna, che si chiama Golda Barton, ha raccontato di aver chiamato il 911, che negli Stati Uniti è il numero d’emergenza generico, perché il figlio aveva una crisi e di aver specificato che non era armato. Barton ha detto di aver sentito i due agenti, poco dopo essere entrati in casa sua, ordinare al figlio Linden di mettersi a terra e poi di aver sentito il rumore di diversi spari. Il ragazzo, che è stato ricoverato in un ospedale dello Utah, sarebbe stato ferito alla spalla, alle caviglie e all’addome.

Golda Barton ha detto che la violenta crisi del figlio era dovuta una «brutta ansia da separazione» dovuta al fatto che lei avrebbe ripreso a lavorare dopo più di un anno. Martedì durante una conferenza stampa il sergente Keith Horrocks della polizia di Salt Lake City ha detto è in corso un’indagine e che gli agenti pensavano che il ragazzo fosse armato. La polizia però ha confermato di non aver trovato nessuna arma nella casa.