Gli exit poll delle elezioni in Montenegro dicono che il partito al governo da trent’anni potrebbe non avere la maggioranza in parlamento

Sostenitori della coalizione "Per il futuro del Montenegro" festeggiano il risultato delle elezioni del 30 agosto a Podgorica (Filip Filipovic/Getty Images)
Sostenitori della coalizione "Per il futuro del Montenegro" festeggiano il risultato delle elezioni del 30 agosto a Podgorica (Filip Filipovic/Getty Images)

Domenica in Montenegro ci sono state le elezioni parlamentari e, in base agli exit poll, il Partito Democratico dei Socialisti (DPS) avrebbero vinto 30 seggi degli 81 del parlamento montenegrino, che non gli basterebbero per governare da solo. Il DPS è al governo da quasi trent’anni e a queste elezioni avrebbe conquistato il 35 per cento dei voti, contro il 33 per cento circa dell’alleanza dei partiti nazionalisti filo-serbi “Per il futuro del Montenegro”. Un’altra forza di opposizione, “Pace per la nostra nazione”, avrebbe ottenuto il 12,5 per cento dei voti. Lo scrutinio però non è stato ancora concluso, e si attendono i risultati ufficiali.

L’altissima affluenza, al 75,9 per cento, avrebbe avvantaggiato i partiti di opposizione. Nonostante il DPS abbia ottenuto un risultato inferiore rispetto alle elezioni di quattro anni fa, quando aveva conquistato 35 seggi, la deputata Nela Savkovic ha rassicurato che i socialdemocratici potranno formare un nuovo governo insieme ai loro alleati tradizionali fra i partiti di minoranza che hanno partecipato alle elezioni in modo indipendente, senza quindi far parte delle principali coalizioni. Per rimanere al governo ora il DPS dovrà chiedere l’appoggio di alcuni partiti minori, ma domenica sera il leader di “Per il futuro del Montenegro”, Zdravko Krivokapic, ha detto che, per quanto lo riguarda, il «regime di Djukanovic» è caduto e la sua coalizione ha vinto le elezioni.

Il DPS del presidente Milo Djukanovic governa il Montenegro dal 1991 e ha portato il paese all’indipendenza dalla Serbia nel 2006, all’adesione all’Unione Europea e all’ingresso nella NATO.