In Cina più di 100mila persone sono state evacuate a seguito di inondazioni causate da fiume Yangtze

L'acqua che sgorga dalla diga delle Tre Gole nella provincia di Hubei, nella Cina centrale, durante la piena dello Yangtze, il 14 agosto 2020 (Zheng Jiayu/Xinhua via ZUMA Press/ANSA)
L'acqua che sgorga dalla diga delle Tre Gole nella provincia di Hubei, nella Cina centrale, durante la piena dello Yangtze, il 14 agosto 2020 (Zheng Jiayu/Xinhua via ZUMA Press/ANSA)

In Cina il 18 agosto più di 100mila persone sono state evacuate per via delle inondazioni causate dal fiume Yangtze. Le inondazioni hanno anche messo in pericolo un sito patrimonio mondiale dell’Unesco, il Buddha gigante di Leshan, alto 71 metri e risalente a 1.200 anni fa. Polizia e volontari hanno cercato di proteggere il monumento, che si trova nella provincia sud-occidentale del Sichuan, mentre, secondo quanto ha scritto Reuters citando la CCTV, l’acqua mista al fango arrivava alle dita del monumento per la prima volta dal 1949.

La provincia del Sichuan, che è attraversata dallo Yangtze, martedì ha alzato lo stato di allerta al livello massimo per affrontare possibili nuove forti piogge. Sempre martedì, l’ente governativo che monitora l’evoluzione del fiume Yangtze ha lanciato un “allarme rosso” dichiarando che in alcune stazioni di monitoraggio il livello del fiume potrebbe superare di più di 5 metri i livelli di sicurezza.

Nell’impianto idroelettrico “Tre Gole”, nella provincia di Hubei, nella Cina centrale, progettato anche per contenere le piene dello Yangtze ed evitare inondazioni, secondo il ministero delle Risorse idriche, mercoledì l’afflusso di acqua dovrebbe salire a 74mila metri cubi al secondo, il più alto da quando è stato costruito. L’impianto limita la quantità di acqua che scorre a valle immagazzinandola nel suo serbatoio: per più di un mese il livello dell’acqua è stato oltre 10 metri sopra quello di allarme.