Tommaso Ghirardi è stato condannato a quattro anni per il fallimento del Parma Calcio nel 2015

(Enrico Locci/LaPresse)
(Enrico Locci/LaPresse)

Tommaso Ghirardi, imprenditore bresciano ed ex proprietario e presidente del Parma Calcio, è stato condannato a quattro anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e altri reati patrimoniali nel fallimento della società di calcio decretato nel 2015. Nello stesso processo, l’ex amministratore delegato Pietro Leonardi è stato condannato a sei anni, mentre Giovanni Schinelli e Susanna Ghirardi, ex membri del consiglio di amministrazione, sono stati condannati rispettivamente a tre e due anni. I rappresentanti di Ghirardi hanno già confermato l’intenzione di ricorrere in appello.

Il Parma fu dichiarato fallito il 13 marzo del 2015 — mentre disputava la Serie A — nonostante si trovasse già da anni in una grave situazione economica. Nei tre mesi precedenti al fallimento cambiò proprietà due volte. A gennaio Ghirardi cedette la società all’imprenditore albanese Rezart Taçi, che però se ne liberò appena si rese conto della disastrosa situazione debitoria (Ermir Kodra, socio di Taçi e presidente della società per alcuni giorni, è stato assolto da ogni accusa).

La società fu poi comprata a costo zero da Giampietro Manenti, amministratore delegato di Mapi Group, una presunta società di consulenze con sede legale in Slovenia. Ma Manenti non ebbe mai la disponibilità economica per affrontare l’investimento. Si venne a conoscenza delle sue reali intenzioni quando, poco dopo essere diventato proprietario del Parma, fu arrestato nell’ambito di una più ampia inchiesta contro il riciclaggio e le frodi informatiche della Guardia di Finanza di Roma.