L’amministratore delegato di Autostrade Roberto Tomasi è indagato per le barriere antirumore non a norma

L'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Spa (Aspi), Roberto Tomasi, con il volto coperto da una mascherina, all'arrivo al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a Roma, il 23 febbraio 2020 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
L'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Spa (Aspi), Roberto Tomasi, con il volto coperto da una mascherina, all'arrivo al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a Roma, il 23 febbraio 2020 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

L’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia S.p.A. (Aspi) Roberto Tomasi è indagato dalla Procura di Genova per l’installazione delle barriere antirumore lungo la rete autostradale che non sarebbero a norma.

A rendere nota la notizia dell’iscrizione di Tomasi nel registro degli indagati è stata Repubblica, secondo cui i reati contestati all’ad di Aspi sarebbero attentato alla sicurezza dei trasporti, frode in pubbliche forniture e disagi al traffico. L’inchiesta era iniziata quando alcuni pannelli antirumore si erano staccati nel tratto autostradale ligure fra Rapallo e Sestri Levante, sulla A12 Genova-Rosignano.

L’indagine sarebbe partita da alcuni esposti, tra i quali quello del presidente della Regione Giovanni Toti che aveva chiesto i danni ad Autostrade per l’Italia. Nell’inchiesta, affidata alla Guardia di finanza di Genova e iniziata alla fine del 2019, si ipotizza anche la violazione del contratto di concessione tra Autostrade e lo Stato.

In una nota Aspi ha dichiarato che l’amministratore delegato non aveva competenze sulle barriere antirumore e che Tomasi aveva già chiarito la sua posizione in un incontro con gli inquirenti lo scorso gennaio a Genova. Per Aspi Tomasi «ha chiarito che la sua partecipazione al Comitato Grandi Opere di Aspi avveniva solo con la finalità di presentare alcuni progetti di potenziamento della rete di cui, al tempo, aveva diretta competenza». Secondo Aspi di questi progetti «non hanno mai fatto parte le barriere fono-assorbenti oggetto di indagine – installate su 60 km su un totale di 3.000 km della rete Aspi – rispetto alle quali Tomasi non ha mai avuto alcuna responsabilità diretta o indiretta».