Il Mississippi toglierà la bandiera confederata dalla propria bandiera

(Chip Somodevilla/Getty Images)
(Chip Somodevilla/Getty Images)

Il Parlamento locale del Mississippi (Stati Uniti) ha approvato una legge per rimuovere la bandiera confederata, cioè il simbolo dei separatisti durante la guerra civile, dalla bandiera del proprio stato. La legge è stata approvata sia dalla Camera che dal Senato dello stato, e ora dovrà essere firmata dal governatore Tate Reeves (Repubblicano), che ha già detto che darà la sua approvazione. Il Mississippi è l’unico stato negli Stati Uniti ad avere mantenuto la bandiera confederata all’interno della propria bandiera, che esiste dal 1894, e della sua rimozione si parlava da tempo, perché considerata un simbolo razzista.

La bandiera confederata era infatti il simbolo degli stati sudisti che durante la guerra civile degli Stati Uniti, combattuta fra il 1861 e il 1865, lottavano fra le altre cose per il mantenimento della schiavitù dei neri. Chi continua a usarla ancora oggi lo fa spesso con un implicito significato razzista e orgogliosa apologia “dei vecchi tempi”, che dai commentatori più benevoli vengono scambiati per difesa identitaria e nazionalista.

Le recenti manifestazioni per “Black Lives Matter” hanno riaperto il dibattito intorno alla rimozione della bandiera confederata, e persino il governatore Reeves, che fino a qualche tempo fa sosteneva che la decisione spettasse agli elettori, ha cambiato idea. «Le discussioni su una bandiera del 1894 sono diventate divisive quanto la bandiera stessa, ed è tempo di chiuderle», ha detto Reeves spiegando la sua decisione di firmare la legge.

Dal momento della firma la bandiera confederata dovrà essere tolta da quella dello stato entro quindici giorni, e in seguito verrà istituita una commissione che avrà tempo fino a settembre per proporre una nuova bandiera per lo stato, che verrà messa ai voti a novembre.

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La bandiera del Mississippi (Wikipedia)