La Corea del Nord ha interrotto ogni comunicazione con la Corea del Sud

Disertori nordcoreani fuggiti in Corea del Sud si preparano a rilasciare palloncini che trasportano volantini di propaganda che denunciano i test nucleari della Corea del Nord, vicino alla Zona Demilitarizzata (DMZ) il 29 aprile 2016 a Paju, in Corea del Sud (Chung Sung-Jun/Getty Images)
Disertori nordcoreani fuggiti in Corea del Sud si preparano a rilasciare palloncini che trasportano volantini di propaganda che denunciano i test nucleari della Corea del Nord, vicino alla Zona Demilitarizzata (DMZ) il 29 aprile 2016 a Paju, in Corea del Sud (Chung Sung-Jun/Getty Images)

La Corea del Nord ha annunciato ufficialmente che ha interrotto tutte le comunicazioni con la Corea del Sud, compresa la linea diretta fra i leader delle due nazioni. Tecnicamente i due paesi sono ancora in guerra visto che non è mai stato raggiunto un accordo di pace alla fine della guerra nel 1953, e la Corea del nord ha definito la sospensione delle comunicazioni come la prima di una serie di azioni nei confronti del paese confinante che ha definito «nemico».

Da oggi cesseranno anche le comunicazioni quotidiane dell’ufficio di collegamento istituito nella città di confine di Kaesong dopo i colloqui di pace del 2018. A gennaio l’ufficio era stato temporaneamente chiuso a causa dell’emergenza coronavirus, ma i contatti erano continuati telefonicamente, in due appuntamenti quotidiani, alle 9.00 e alle 17.00. Ieri, 8 giugno, alla chiamata del Sud del pomeriggio per la prima volta da 21 mesi non c’è stata risposta.

Al centro delle nuove tensioni fra i due paesi c’è l’attività di propaganda di gruppi di disertori del Nord fuggiti al Sud che da tempo inviano palloncini con volantini critici contro il regime comunista. Kim Yo-jong, la sorella del leader nordcoreano Kim Jong-un, la settimana scorsa aveva minacciato di chiudere l’ufficio di collegamento a meno che la Corea del Sud non avesse impedito l’invio dei volantini che secondo Yo-jong violerebbe gli accordi di pace del vertice di Panmunjom del 2018 tra il presidente sudcoreano Moon Jae-in e il fratello Kim Jong-un.