Un drone dell'esercito americano in un hangar in Nevada. (Isaac Brekken/Getty Images)

Gli Stati Uniti usciranno dal trattato sui Cieli Aperti, che serve a garantire trasparenza sull’osservazione aerea di intelligence

Giovedì il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti usciranno dal trattato sui Cieli Aperti, un accordo entrato in vigore nel 2002 a cui aderiscono 34 paesi, e che serve a garantire trasparenza sui voli di osservazione di intelligence. Trump ha detto che la decisione è stata presa per via delle ripetute violazioni del trattato da parte della Russia, e che la notifica formale sarà inviata domani.

Da allora passeranno sei mesi prima del ritiro ufficiale dall’accordo, durante i quali – ha detto Trump – la decisione potrà essere rivista se la Russia dimostrerà di aderire agli accordi. «Ci sono buone possibilità che raggiungeremo un nuovo accordo», ha detto Trump. È il terzo importante accordo internazionale di controllo sulle operazioni militari da cui si ritirano gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, dopo quello sul nucleare iraniano e il trattato INF sui missili nucleari a medio raggio. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha definito «molto spiacevole» la decisione degli Stati Uniti.

Il trattato sui Cieli Aperti è uno strumento introdotto per consentire un certo numero di voli non armati con cui i paesi membri possono raccogliere informazioni strategiche reciproche, per esempio su dispiegamenti di truppe e strutture militari, condotti anche con poco preavviso. Ne fanno parte, tra gli altri, Italia, Canada, Regno Unito e Francia. Lo scopo principale è di permettere in una certa misura queste ricognizioni aeree aumentando la trasparenza e la fiducia reciproca tra i paesi membri ed evitando così potenziali conflitti.

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