Ieri in decine di città dell’Iran sono riprese le preghiere del venerdì dopo due mesi di restrizioni

(John Moore/Getty Images)
(John Moore/Getty Images)

Ieri in circa 200 città dell’Iran sono riprese le preghiere del venerdì previste dalla dottrina islamica dopo due mesi di restrizioni a causa del coronavirus. L’Iran è stato uno dei paesi più colpiti al mondo dalla pandemia, e di gran lunga quello col maggior numeri di casi confermati nel Medio Oriente.

Nei giorni scorsi le autorità sanitarie hanno parzialmente allentato le restrizioni sulle funzioni religiose in vigore da marzo nelle zone considerate a basso rischio. Le preghiere del venerdì sono consentite a patto che le strutture siano state sanificate, che i fedeli compiano le abluzioni rituali a casa propria e non sul posto, e che usino i dispositivi di protezione individuale. Ai religiosi è stato chiesto di accorciare i propri sermoni, scrive il Wall Street Journal.

La decisione di allentare le restrizioni è guardata con preoccupazione da alcuni esperti: ieri il numero quotidiano di nuovi casi accertati è tornato ad aumentare fino a circa 1.500, mentre la media nella scorsa settimana era stata inferiore ai mille casi al giorno.