• Giovedì 16 aprile 2020

La lingua che parla il Post

È pensata per essere chiara, familiare, sintetica: ed è un pezzo importante di dieci anni di articoli su tutto per tutti

Al Post c’è sempre stata una grande attenzione al modo in cui le storie e le notizie vengono raccontate, e alla creazione di una “voce” univoca e coerente che privilegi la comprensione e l’interesse del lettore piuttosto che la libertà o l’identità dell’autore: destinando invece questi secondi approcci agli spazi dei blog personali ospitati dal sito. Con l’idea che “spiegare le cose bene” sia necessario, e che questo obiettivo si raggiunga se si usa il linguaggio giusto, che da una parte sappia scegliere sempre le parole adatte al racconto e ai fatti, e dall’altra sappia farsi percepire come familiare e noto a chi legge.

Per creare questo linguaggio il Post ha lavorato – e lavora ogni giorno – soprattutto su due aspetti. Uno è l’emancipazione dalla “lingua di plastica” ovvero da quella scrittura assai presente e tramandata nella cultura, nell’educazione e nell’informazione italiane, che ritiene che la lingua che parliamo debba essere trasformata nelle occasioni e nelle comunicazioni pubbliche attraverso espressioni artificiose, frasi fatte, formule pigre, parole estranee alla conversazione abituale. In favore di un uso della lingua basato sulla scelta delle parole per la loro aderenza al significato e alle cose raccontate, e per il loro gradimento da parte di chi legge, consapevole o inconscio: e sull’eliminazione di tutte quelle superflue alla comprensione delle cose raccontate. Senza integralismi immotivati e con la consapevolezza che le regole nascono dall’uso della lingua e non viceversa.

Il secondo aspetto è l’idea di scrivere per tutti, l’intenzione di potersi fare leggere e capire da tutti, senza presupporre nicchie di lettori interessati, coinvolti o simpatizzanti di un certo argomento o fatto. E quindi, innanzitutto, mettere le cose raccontate nel contesto, dare elementi di comprensione delle notizie, non presupporre conoscenze basate su provenienze culturali, generazionali, individuali. Provare a spiegare le cose bene.

Questo articolo fa parte di una serie che vuole raccontare il Post nei giorni in cui compie dieci anni.

Il Post è gratuito, per tutti, ma puoi decidere di sostenerlo abbonandoti. 
Abbonati al Post.