Robert Levinson, scomparso 13 anni fa durante un’operazione non autorizzata della CIA in Iran, è morto, ha annunciato la sua famiglia

Robert Levinson (FBI)
Robert Levinson (FBI)

Il governo statunitense ha concluso che Robert Levinson, agente dell’FBI non più in servizio che scomparve in Iran nel 2007 durante un’operazione non autorizzata della CIA, è morto mentre si trovava in custodia delle autorità iraniane. La notizia è stata data mercoledì dalla famiglia di Levinson, tramite un comunicato pubblicato su Facebook. Nel comunicato si legge: «Non sappiamo quando o come sia morto; sappiamo solo che è stato prima della pandemia da coronavirus».

Levinson scomparve mentre si trovava nell’isola iraniana di Kish, nel Golfo Persico. Secondo un’inchiesta di Associated Press, stava partecipando a una missione non autorizzata messa in piedi da un team di analisti della CIA, che lo avevano pagato per raccogliere informazioni.

Levinson viene considerato il cittadino statunitense tenuto per più tempo in ostaggio in tutta la storia del paese. La sua scomparsa, ha scritto il New York Times, provocò un grande scandalo all’interno della CIA, che portò al licenziamento di almeno tre analisti e alla riscrittura delle regole di comportamento degli stessi analisti riguardo alle missioni all’estero.

Né il governo americano né la CIA hanno mai riconosciuto che Levinson stesse lavorando per l’agenzia di spionaggio al momento della sua scomparsa, come invece hanno confermato amici e parenti. Il governo iraniano non ha mai ammesso di avere sequestrato o arrestato Levinson. Levinson avrebbe compiuto 72 anni questo mese.