Una canzone di Alison Moyet

Che je fa, a una canzone degli anni Ottanta, ribaltare l'arrangiamento

(Andreas Rentz/Getty Images for Agnona)
(Andreas Rentz/Getty Images for Agnona)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina accountQui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone.

Is this love?
Alison Moyet la seguo su Twitter, interviene spesso con posizioni sensate, progressiste, a volte polemiche. Ha 58 anni, e una decina d’anni fa era molto dimagrita, mentre di recente si somiglia un po’ di più: lo dico per chi di lei ricorda soprattutto la presenza scenica. Per i più giovani tra voi, era una specie di Adele prima di Adele, e non solo fisicamente. Andò molto forte negli anni Ottanta formidabili del pop britannico, avvicinandosi un po’ alla corrente elegantina (Style Council, Sade, Everything but the girl, Carmel) e un po’ a quello che gli americani chiamano blue-eyed soul: ovvero il soul imitato dai bianchi. Nel Regno Unito – Moyet è inglese di fuori Londra – ha poi tutta una gran storia il loro british soul.
Moyet (che allora nell’Italia ancora più familiare col francese che con l’inglese molti pronunciavano muaié: ma in effetti suo padre era francese, non avevano tutti i torti) divenne famosa già a 21 anni, in un duo con Vince Clarke, che era stato un fondatore dei Depeche Mode e ne era venuto via dopo i primi successi. Si chiamarono Yazoo, fecero due dischi e diversi singoli synth-pop di gran successo: ma si erano messi insieme con un annuncio (malgrado avessero fatto la stessa scuola contemporaneamente, non si conoscevano) e non fecero mai molta amicizia, quindi si separarono presto. Lei allora fece il suo primo disco da sola (lui creò gli Erasure, di grande popolarità britannica e molto ignorati qui, ma in questo caso non mi sento di lamentarmene) e fece un botto mondiale, con molti singoli diventati famosi.
Dopo andò a scendere, vendendo parecchio ancora per un po’. Adesso fa ancora musica, ed è spesso coinvolta in esibizioni ed eventi legati alla moda, essendo considerata cool ed elegante. Nel suo secondo disco, del 1987, il primo singolo era stato Is this love?, omonima della più celebre ma col punto interrogativo. Era una cosuccia leggera leggera con un andamento ballonzolante (a un certo punto sembra Sarà perché ti amo, fateci caso) e un ritornello inconsistente, salvata dal passaggio “I choose never to forget…”, ma che andò forte. La musica l’aveva scritta Dave Stewart degli Eurythmics (che ha le mani in pasta in molte più cose di quante si sappia) e la canzone fu registrata in California con Jimmy Iovine, produttore che ne ha fatte a sua volta di cotte e di crude.
Eccedo nei modi di dire, stasera.
Ok, la sto facendo molto lunga: saltiamo 27 anni e Moyet fa un tour dopo il suo ultimo disco, e Is this love? la fa tutta diversa, lenta, ma lenta lenta. Ci toglie tutti i frizzi e lazzi e la fa diventare un’altra cosa, un valzer, sofferente, bello. E poi la mette nel disco dal vivo di quel tour. E oplà.
Is this Love?

Is this love? su Spotify
Is this love? su Apple Music
Is this love? su YouTube