L’Arabia Saudita ha deciso di abbassare il prezzo del proprio petrolio, probabilmente per danneggiare la Russia

(AP Photo/Amr Nabil, File)
(AP Photo/Amr Nabil, File)

Sabato 7 marzo l’Arabia Saudita, uno dei principali produttori di petrolio al mondo, ha annunciato che avrebbe abbassato il prezzo del proprio petrolio e che avrebbe aumentato la produzione giornaliera a più di 10 milioni di barili di greggio per la prima volta in circa un anno. Reuters ha scritto che il taglio dei prezzi è stato di 4-6 dollari al barile ed è stato «probabilmente il più grande di sempre».

Diversi osservatori stanno ipotizzando che la decisione dell’Arabia Saudita avrà come conseguenza rendere più appetibile il petrolio saudita nei mercati europei ed asiatici, a discapito soprattutto di quello prodotto dalla Russia. L’obiettivo dell’Arabia Saudita sarebbe quello di costringere la Russia a un nuovo accordo per regolare il mercato mondiale del petrolio con i paesi dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, di cui l’Arabia Saudita è uno dei membri principali), dato che l’accordo attualmente in vigore scade alla fine di marzo.

Le conseguenze a breve termine saranno probabilmente positive per i consumatori in Europa e in alcune zone dell’Asia – perché importare il petrolio costerà molto meno rispetto ai giorni scorsi – ma secondo diversi analisti nelle prossime settimane questa misura potrebbe comunque rendere più instabile il mercato mondiale, con conseguenze poco prevedibili.