Una canzone di Ani DiFranco

Una storia di una sera, in una città straniera, e una canzone bella da guardare

(Sean Gardner/Getty Images)
(Sean Gardner/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina accountQui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: qui sotto, online sul Post, c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone.

Hypnotized
Ci sono canzoni costruite in un modo che fa respirare, aspettare, con meno “coinvolgimento” di altre: non le canti, le godi, le lasci stare sotto, passare. Le guardi. E però hanno una vera bellezza, non sono sottofondo. Capita con diverse canzoni di Ani DiFranco, che non hanno un refrain vero e appiccicoso: hanno più un andamento, e una dolcezza. Un altro esempio, oltre a quella di stasera, è questa.
Ani DiFranco si chiama Angela Maria, ed è nata a Buffalo, NY, cinquant’anni fa: i suoi nonni paterni erano italiani trasferiti negli Stati Uniti. È una cantautrice e chitarrista folk-rock inventiva e con un adorante seguito negli Stati Uniti – dove sta nella categoria dei grandi cantautori contemporanei – anche per il suo attivismo politico e sociale su molti fronti (16 anni fa avevo scritto una cosa un po’ riduttiva su di lei, ma consapevolmente). Pubblica tuttora per la sua casa discografica che ha creato quando aveva 19 anni, e insomma ce ne sarebbero da dire ancora molte su di lei.
Hypnotized è una canzone d’amore pure questa, anche se con una storia raccontata, a cominciare dal primo incontro.
So that’s how you found me
Rain falling around me
Lookin’ down at a worm with a
Long way to go and the
Traffic was hissing by

Era il primo pezzo di un suo disco del 2006, è diventata una canzone molto amata dai suoi fan: parla di un incontro che sembra in un paese straniero (gira una versione per cui sarebbe stata una notte romana, e se vi figurate Roma tutto torna: ma tutto torna sempre, nelle canzoni, quando volete farvelo tornare), e una storia volatile e precaria ma con qualcosa di forte, in cui ognuno ha ipnotizzato l’altra. C’è un lungo prologo di basso e pianoforte e poi arriva lei che suona la chitarra e racconta la storia, dolcemente (qui c’è un video di lei che la canta).
And I was no picnic
I was no prize
But I had just enough sweetness to keep you hypnotized
Hypnotized, hypnotized
Hypnotized, hypnotized

Hypnotized su Spotify
Hypnotized su Apple Music
Hypnotized su YouTube