Ci sono stati arresti e scontri tra manifestanti e polizia a Hong Kong

(Anthony Kwan/Getty Images)
(Anthony Kwan/Getty Images)

A Hong Kong ci sono stati nuovi scontri tra manifestanti e poliziotti a un corteo che era stato inizialmente autorizzato dalle forze dell’ordine. La manifestazione, a favore di riforme democratiche e contro l’ingerenza del Partito Comunista cinese nel paese, è stata improvvisamente annullata dalla polizia, che ha cercato di disperdere con i gas lacrimogeni e gli sfollagente migliaia di persone, che si erano radunate in un parco. Molti manifestanti erano giovani, vestiti come sempre di nero e con il volto coperto da maschere, ma tra loro c’erano anche anziani e famiglie; alcuni mostravano bandiere americane e inglesi per chiedere sostegno internazionale.

Ci sono stati feriti e arresti, anche se non ci sono numeri ufficiali in merito. La polizia di Hong Kong ha detto in un comunicato stampa che il corteo è stato sospeso a causa della «violenza di facinorosi», senza dare altri dettagli; su Facebook ha aggiunto che due poliziotti sono stati feriti negli scontri.

La manifestazione di oggi chiedeva in particolare l’applicazione del suffragio universale nell’elezione del leader esecutivo di Hong Kong, che era stata promessa nella dichiarazione firmata dal governo britannico e cinese nel 1984 per sancire il passaggio di sovranità su Hong Kong. Non è stata mai attuata e non esiste un termine da rispettare. L’attuale leader, Carrie Lam, è stata eletta nel 2017 da un Comitato elettorale composto da 1200 persone, scelte a turno tra 240mila persone appartenenti a quattro settori diversi: quello dei professionisti, quello industriale, commerciale e finanziario, quello dei servizi sociali e religiosi e infine quello legislativo. Per candidarsi alla carica bisogna raccogliere almeno 150 voti e poi ottenere almeno 601 voti a scrutinio segreto.