Cosa pensavano i dipendenti di Boeing del 737 Max

«Questo aereo è stato progettato da pagliacci, a loro volta supervisionati da scimmie», tra le altre cose

Un Boeing 737 Max sopra l'aeroporto LaGuardia di New York (Drew Angerer/Getty Images)
Un Boeing 737 Max sopra l'aeroporto LaGuardia di New York (Drew Angerer/Getty Images)

Giovedì Boeing, la società statunitense che produce il 737 Max, l’aereo che negli ultimi due anni è stato coinvolto in due gravi incidenti in Indonesia ed Etiopia, ha diffuso diverse comunicazioni interne tra i suoi dipendenti riguardo lo sviluppo dei suoi simulatori e del modello 737 Max. Le stesse comunicazioni – ma in versione originale, quindi senza avere subìto alcuna modifica successiva – erano state consegnate a dicembre al Congresso statunitense e alla Federal Aviation Administration (FAA), l’agenzia governativa americana che si occupa di aviazione civile.

Dai messaggi emerge chiaramente la preoccupazione per diversi dipendenti sulla sicurezza dei 737 Max. In uno di questi, risalente all’aprile del 2017, un dipendente scrisse:

«Questo aereo è stato progettato da pagliacci, a loro volta supervisionati da scimmie»

Un altro messaggio del novembre 2015 sembra mostrare come la società volesse fare pressioni sulla Federal Aviation Administration per quanto riguardava il sistema di simulazione: «Probabilmente avremo bisogno di appoggio ai massimi livelli quando arriverà il momento della negoziazione finale».

Nel febbraio del 2018, un dipendente della Boeing chiese a un collega se avrebbe fatto salire la sua famiglia su uno dei 737 Max: l’altro rispose di no. Peter DeFazio, presidente del comitato dei Trasporti della Camera statunitense, che tra le altre cose ha indagato sul 737 Max, ha detto che questi messaggi «mostrano uno sforzo coordinato che risale ai primi giorni del programma 737 Max per nascondere informazioni critiche sia ai regolatori che al pubblico».

Weekly Post #16 – Storia di un Boeing fatto di fretta