Una canzone dei Fun lovin’ criminals

Se la ascoltate 167 volte, capite la differenza dalle piatte compilation lounge con le calle, i Buddha Bar, gli Hotel Costes, e compagnia

(Photo by Gareth Cattermole/Getty Images for Guinness)
(Photo by Gareth Cattermole/Getty Images for Guinness)

Qualche mese fa ho visto quella serie molto bella con Ricky Gervais, After Life: la scelta in effetti non è così originale, visto il testo della canzone, ma mi sono emozionato a vedere la prima puntata cominciare proprio con lui che fa la doccia e con la canzone da doccia.
(benvenuto ai nuovi arrivati degli ultimi giorni, grazie, e trovate gli arretrati in fondo; grazie anche agli altri, e del prezioso proselitismo: il link per abbonarsi quando riterrete sia il momento, lo dico invece agli inoltrati, è qui)

There was a time
È una canzone particolare, che se non state attenti può sembrare un pezzo indistinguibile di quelle sterminate e piatte compilation lounge che prosperarono negli anni Novanta insieme alle calle, ai Buddha Bar, gli Hotel Costes, e certe giapponesate. Se invece la ascoltate 167 volte, come iTunes mi indica essere successo a me, un po’ alla volta ne apprezzate e riconoscete un sacco di cose distinte. Andiamo con ordine.
Loro sono i Fun Lovin’ Criminals, band con un loro culto a cavallo dei millenni, che fecero pochi dischi (da tempo ne minacciano uno nuovo, si dice ora nel 2020) ma furono molto stimati per la varietà degli stili (un po’ rap, un po’ rock, un po’ jazz, un po’ soul) e per una rara inventiva e senso dell’umorismo nel mettere insieme la loro musica. C’è una loro versione molto bella di quel grande classico che è I’m not in love, oppure questa celebrazione di Barry White.
Poi c’è questa canzone del 1949 che si chiama I don’t see me in your eyes anymore, che con dei versi niente male sta nella categoria “canzoni d’amore in cui tu mi amavi e ora non mi ami più”.
I don’t see me
In your eyes anymore
Oh, why can’t I
Make them shine like before

La cantarono in molti, e tra loro Wilma Burgess, una cantante country americana di discreto successo alla fine degli anni Sessanta e con una gran storia di precoce coming out lesbico, a quei tempi (a fine carriera aprì il primo bar per sole donne di Nashville). Passano 52 anni e i Fun Lovin’ Criminals prendono la parte vocale della versione di Burgess, la trattano un po’ e la fanno diventare una specie di sfondo per la musica, ribaltando i ruoli abituali. Quanto alla musica, costruiscono una base di ritmo confortevole, ci mettono queste sette note che non si riesce a smettere di canticchiarle, un assolo di chitarra a un certo punto, una gran ripresa dopo una pausa centrale, e il pezzo potrebbe durare diciassette minuti invece che 4 e 41. Col titolo che era uno dei versi della canzone.

There was a time
Life was fine
Love was ecstasy
But now I doubt
What the outcome will be

There was a time su Spotify
There was a time su Apple Music
There was a time su YouTube