
Il governo della Cina, attraverso l’ambasciata cinese in Italia, ha definito «un grave errore e un comportamento irresponsabile» la decisione di alcuni parlamentari italiani di ospitare l’attivista di Hong Kong Joshua Wong, fra i leader delle proteste a favore della democrazia delle ultime settimane, in una videoconferenza al Senato. L’evento si è tenuto ieri, giovedì 28 novembre, nella sala stampa del Senato, dove erano presenti rappresentanti di vari partiti fra cui Lega, Forza Italia, Partito Democratico e Fratelli d’Italia. Mancava il Movimento 5 Stelle, il più filocinese fra i partiti italiani.
?? “Hong Kong, #libertà di tutti” – Testimonianza di @joshuawongcf al Senato il 28 nov.
?? “#HongKong, everybody’s #freedom” – Joshua Wong’s testimony at Italian Senate on 28 Nov.
? https://t.co/JLl8yH1iE6 pic.twitter.com/l26psVni1T— Laura Harth ? (@LauraHarth) November 29, 2019
Secondo la sintesi di Rainews, Wong ha invitato l’Italia a non vendere armi o strumenti antisommossa alla Cina, che ha accusato di compiere estese violenze contro i manifestanti, e si è detto «deluso» nel leggere le dichiarazioni piuttosto neutrali sulle manifestazioni da parte del ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, che è anche capo politico del Movimento 5 Stelle. Lo stesso fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, due giorni fa ha visto l’ambasciatore cinese in una visita privata.
Nel duro comunicato di condanna diffuso dall’ambasciata cinese, si legge che Wong «ha pianificato e partecipato al caos, alle violenze e agli attacchi di polizia» e «legittimato la violenza» (adottata in primo luogo dalle forze dell’ordine cinesi, che da settimane cercano di reprimere le proteste con la forza). Qui sotto trovate il comunicato completo.
(EPA/FAZRY ISMAIL)Nell’ultimo periodo, si è registrata una escalation nelle attività criminali e violente ad Hong Kong che stanno spingendo la città in una situazione di pericolo estremo e ne stanno calpestando gravemente lo stato di diritto e l’ordine sociale, danneggiandone seriamente prosperità e stabilità, minacciando il principio fondamentale noto come “un paese, due sistemi”.
Il segretario generale di Demosisto di Hong Kong, Joshua Wong, ha pianificato e partecipato al caos, alle violenze e agli attacchi alla polizia; tutte azioni criminali che ne hanno determinato l’arresto e attualmente si trova in una condizione di libertà provvisoria in attesa del processo. Joshua Wong ha distorto la realtà, legittimato la violenza, criticato il principio “un paese, due sistemi” e chiesto pubblicamente l’ingerenza di forze straniere negli affari di Hong Kong, comportandosi come un clown saltellante “pro-indipendenza di Hong Kong”.
Alcuni politici italiani hanno ignorato i fatti appena descritti e hanno voluto con determinazione fare la videoconferenza con Joshua Wong, fornendo una piattaforma per un separatista “pro-indipendenza” di Hong Kong e appoggiando la violenza e il crimine. Si è trattato di un grave errore e di un comportamento irresponsabile per cui siamo fortemente insoddisfatti ed esprimiamo la nostra più ferma opposizione.
Vogliamo ribadire che gli affari di Hong Kong appartengono alla politica interna della Cina e nessun paese, organizzazione o singolo ha alcun diritto di interferirvi. Speriamo che le persone coinvolte rispettino la sovranità cinese e si impegnino in azioni che aiutino l’amicizia e la cooperazione tra Italia e Cina e non il contrario.