Il rabbino capo britannico dice che Jeremy Corbyn «non è degno» di diventare primo ministro

È la prima volta che un rabbino capo si schiera così apertamente durante una campagna elettorale

(Toby Melville - WPA Pool/Getty Images)
(Toby Melville - WPA Pool/Getty Images)

In un editoriale pubblicato dal Times di Londra, il rabbino capo del Regno Unito ha scritto che il leader del Partito Laburista britannico Jeremy Corbyn «non è degno» di diventare primo ministro. Ephraim Mirvis, che guida la comunità ebraica ortodossa britannica dal 2013, ha spiegato che Corbyn non si è occupato a sufficienza delle accuse di antisemitismo che circolano da anni intorno a vari funzionari e politici del partito, alcuni anche piuttosto vicini a Corbyn. Il Telegraph ha fatto notare che è la prima volta che un rabbino capo si schiera così apertamente durante una campagna elettorale.

Mirvis ha scritto che la decisione di criticare apertamente Corbyn rappresenta «uno dei momenti più dolorosi» della sua carriera, ma ha aggiunto che alle elezioni politiche del 12 dicembre «sarà in ballo lo spirito di questo paese», e per questa ragione ha deciso di intervenire.

La questione dell’antisemitismo nel Partito Laburista è una delle molte critiche rivolte a Corbyn da quando è diventato leader del partito, ormai quattro anni fa. Corbyn ha posizioni politiche molto più a sinistra rispetto a quelle dei suoi predecessori: nel conflitto israelo-palestinese è schierato nettamente dalla parte palestinese, e le sue posizioni anti-israeliane secondo alcuni si sovrappongono a tesi antisemite. Nel 2009 aveva addirittura invitato alcuni membri del gruppo politico-terroristico palestinese Hamas e di quello libanese Hezbollah – considerate organizzazioni terroristiche da molti paesi occidentali – a parlare al Parlamento britannico.

Corbyn è accusato inoltre di avere coperto alcuni membri del partito che hanno tesi apertamente antisemite, come un candidato alle elezioni locali di Peterborough che aveva definito l’uccisione di massa degli ebrei da parte dei nazisti «una bufala». Nel 2016, dopo diversi casi del genere, Corbyn chiese all’autorevole avvocata Shami Chakrabarti di investigare sulle accuse di antisemitismo all’interno del Partito Laburista. Dopo due mesi di indagine, nel giugno del 2016, Chakrabarti concluse che il partito non era «permeato dall’antisemitismo» ma soffriva di «un’occasionale atmosfera tossica» e «un’evidente presenza di mentalità ignoranti». Chakrabarti mise insieme 20 raccomandazioni su come risolvere la questione, che però non sono state completamente seguite.

Da allora ci sono state molte nuove accuse di antisemitismo verso politici laburisti: lo stesso Corbyn aveva ammesso che dal 2015 a marzo del 2018 c’erano sono stati trecento casi di dichiarazioni antisemite tra i membri del Partito Laburista.

Un portavoce del Partito Laburista ha risposto all’articolo di Mirvis dicendo che Corbyn «ha chiarito che per l’antisemitismo non c’è posto nel nostro partito e nella società» e che un eventuale governo guidato dai Laburisti «assicurerà la sicurezza della comunità ebraica e difenderà il loro stile di vita, combattendo l’antisemitismo che sta riemergendo nel nostro paese e in Europa».