La Corte Suprema statunitense si è rifiutata di esaminare il caso di Adnan Syed, reso famoso dal podcast “Serial”

(Barbara Haddock Taylor/The Baltimore Sun via AP)
(Barbara Haddock Taylor/The Baltimore Sun via AP)

La Corte Suprema statunitense si è rifiutata di esaminare il caso di Adnan Syed, reso famoso dal podcast Serial, uscito nel 2014. Syed è stato condannato all’ergastolo con l’accusa di avere ucciso la sua ex ragazza Hae Min Lee nel 1999 a Baltimora.

Syed si è sempre dichiarato innocente, e negli ultimi anni – grazie soprattutto al lavoro giornalistico degli autori di Serial – sono emerse diverse irregolarità nell’indagine e nel processo che portò alla sua condanna. Rabia O’Chaudry, un’attivista che da anni segue la causa di Syed, ha commentato la decisione della Corte Suprema scrivendo su Twitter al procuratore generale del Maryland, lo stato di Baltimora, «ci vedremo nelle corti federali», lasciando intendere che le persone che seguono Syed proveranno altri modi per garantirgli un nuovo processo.

La tesi degli avvocati di Syed è che all’epoca del primo processo il loro assistito non fu difeso nel migliore dei modi dal suo avvocato di allora, Cristina Gutierrez, che era molto malata e sarebbe morta nel giro di pochi anni per sclerosi multipla. In realtà già nel 2016 un tribunale di Baltimora aveva garantito a Syed la possibilità di ottenere un nuovo processo. La decisione era stata confermata dalla Corte di appello del Maryland, ma era stata poi ribaltata a marzo del 2019 da una sentenza della Corte Suprema dello stato.