Undici agenti della polizia penitenziaria sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di aver intimidito e pestato un detenuto del carcere di San Vittore tra il 2016 e il 2017

Il seminterrato del carcere di San Vittore, a Milano (Piero Cruciatti / LaPresse)
Il seminterrato del carcere di San Vittore, a Milano (Piero Cruciatti / LaPresse)

Undici agenti della polizia penitenziaria sono stati rinviati a giudizio con le accuse di intralcio alla giustizia, lesioni, falso e sequestro di persona: tra il 2016 e il 2017, quando lavoravano nel carcere milanese di San Vittore, avrebbero intimidito e pestato un tunisino di 50 anni, Ismail Ltaief, per punirlo per aver denunciato altri agenti per furti in mensa e percosse, e per impedirgli di testimoniare a un processo sulla vicenda. Nel 2o11 Ltaief, detenuto per tentato omicidio, aveva denunciato alcuni agenti in servizio nel carcere di Velletri, in provincia di Roma. A San Vittore anche un compagno di cella di Ltaief sarebbe stato intimidito dagli agenti affinché non rilasciasse testimonianze.