È stata archiviata l’indagine sulle irregolarità negli appalti per la costruzione di Palazzo Italia per Expo

L'interno di Palazzo Italia, il padiglione nazionale a Expo (Marta Cantoni/Il Post)
L'interno di Palazzo Italia, il padiglione nazionale a Expo (Marta Cantoni/Il Post)

La procura di Milano ha archiviato l’indagine sulle irregolarità negli appalti per la costruzione di Palazzo Italia, uno degli edifici più importanti di quelli costruiti per Expo 2015 a Milano. L’indagine era uno stralcio della più ampia indagine “Grandi Opere” avviata nel 2015 dalla procura di Firenze, che aveva portato alle dimissioni dell’allora ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (per quanto non fosse indagato). La procura di Milano, che per competenza territoriale aveva ricevuto gli atti dell’indagine dalla procura di Firenze, ha stabilito che uno dei principali elementi di prova raccolti dagli investigatori – un’intercettazione telefonica – fosse stato male interpretato e non indicasse in realtà nessuna irregolarità. La notizia dell’archiviazione è stata data oggi dal Corriere della Sera, che spiega come la richiesta di archiviazione fu fatta nel dicembre 2017 e accolta nell’aprile 2018.

Sul Corriere della Sera, Luigi Ferrarella ha spiegato che «gli stessi pm fiorentini, che avevano indagato 51 persone, nel 2016 hanno archiviato l’associazione a delinquere e un’altra consistente fetta d’indagine (sotto attraversamento di Firenze, collaudo portuale di Trieste, consorzio Cavet): o mancavano «riscontri utili a chiarire alcune intercettazioni», o «la versione» degli indagati pareva «plausibile», o «non era accertato» se le carenze «fossero state determinate da illeciti». In due stralci fiorentini pure ricevuti, Roma ha notificato la fine indagini nel 2017, e il gup l’11 dicembre deciderà se rinviare a giudizio o archiviare 14 persone (tra cui Incalza e Perotti) a 5 anni dagli arresti e 6-7 dai fatti; Brescia, su sei indagati nel 2018, non è ancora in fase di udienza preliminare fissata».