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Foto di archivio
Dietro le quinte
Susan, nipote della ballerina Alicia Markova, imita la zia che si esibisce con Anton Dolin sul palco il 23 novembre 1949
(Keystone/Getty Images)
Susan, nipote della ballerina Alicia Markova, imita la zia che si esibisce con Anton Dolin sul palco il 23 novembre 1949
(Keystone/Getty Images)
Scarborough, nello Yorkshire, in Inghilterra, l'8 agosto 1931
(Fox Photos/Getty Images)
Un'azione di Gigi Riva durante Italia-Belgio per gli Europei del 1972. Gigi Riva è nato a Leggiuno (Varese) il 7 novembre 1944, 75 anni fa. Considerato uno dei calciatori più forti di sempre, a parte una stagione al Legnano Riva ha giocato sempre per il Cagliari, dal 1963 al 1976 segnando 156 gol in Serie A e 35 con la Nazionale. Era un attaccante mancino, potente e dalla grande forza fisica, caratteristiche per cui il giornalista Gianni Brera lo soprannominò "Rombo di tuono"
(AP Photo)
Il presidente americano John F. Kennedy con il figlio John Jr. sulla spiaggia di Newport, in Rhode Island, il 12 settembre 1963
(National Archive/Newsmakers)
Wilma Rudolph ai blocchi di partenza della batteria nella gara dei 200 metri alle Olimpiadi di Roma, nel settembre 1960. A quelle Olimpiadi l'atleta afroamericana vinse la gara dei 100 metri piani in 11 secondi netti: un tempo pazzesco, considerando che all’epoca i metodi di allenamento erano piuttosto rudimentali, che Rudolph aveva soli vent’anni e che il record del mondo dell’epoca era di 11 secondi e tre decimi, considerevolmente più alto. Rudolph è morta di tumore al cervello il 12 novembre 1994 (25 anni fa), a 54 anni, ed è considerata una leggenda dell’atletica leggera. Era nata prematura a Clarksville, in Tennessee, il 23 giugno del 1940: era la ventesima dei ventidue figli di Ed Rudolph, un facchino ferroviario che prima della madre di Wilma aveva sposato un'altra donna. Da piccola passò gran parte del suo tempo a letto a causa di polmonite, scarlattina e infine poliomielite. La sua gamba sinistra rimase paralizzata e fino agli 11 anni utilizzò un tutore o una scarpa con una suola speciale per camminare. Rudolph fu una delle atlete più in vista di tutte le Olimpiadi del 1960 e diventò la prima americana a vincere tre medaglie d’oro in un’unica edizione. Nonostante ciò, per problemi di soldi dovette ritirarsi due anni dopo, a soli 22 anni, perché non riusciva a guadagnare abbastanza dalla sua carriera di atleta. Disse che si era ritirata presto perché non riusciva più «a pareggiare le cose migliori che ho fatto in passato». Fra le molte sue professioni seguenti alla carriera agonistica (insegnò al college, poi diventò portavoce di una casa cinematografica e di una società che faceva dolci), avviò una fondazione sportiva a suo nome e divenne un’ambasciatrice onoraria degli Stati Uniti nell’Africa occidentale: Qui trovate più estesamente la sua storia
(AP Photo)
Una gara di salto con gli sci a Grindelwald, in Svizzera, nel febbraio 1923
(Topical Press Agency/Getty Images)
Un orologio da polso che faceva anche da calcolatrice, chiamato Pulsar, in mostra alla Fiera internazionale dell'orologeria e della gioielleria a Wembley, Londra negli anni Settanta
(Malcolm Clarke/Getty Images)
Bonham Strand, una via di Hong Kong, a inizio Novecento
(Hulton Archive/Getty Images)
Amanda Lear negli anni Ottanta. Nata ad Hong Kong il 18 novembre 1939, 80 anni fa (anche se lei non ha mai confermato la sua data di nascita), il suo vero nome è Amanda Tapp ed è una cantante – ha inciso 18 dischi con milioni di singoli venduti in tutto il mondo –, attrice, modella e presentatrice televisiva che ha fatto molto parlare di sé per le sue amicizie nel mondo dell’arte e per una certa ambiguità che ha sempre accompagnato il suo personaggio pubblico. Iniziò come modella negli anni Sessanta, distinguendosi per le forme androgine per cui si è a lungo speculato su un presunto cambio di sesso e che la fecero notare anche dal pittore Salvador Dalì, per cui posò spesso e con cui fu lungamente amica. Per un periodo fu fidanzata anche con David Bowie. Oltre ad essere stata una cantante e un personaggio televisivo conosciuto soprattutto in programmi d’intrattenimento in Italia, Francia e Germania, si è dedicata anche alla pittura, al teatro e alla scrittura di diversi libri autobiografici, compreso La mia vita con Dalì del 1984, in cui racconta del loro rapporto.
(LaPresse/archivio storico)
Il biologo austriaco Hans Hass (1919 - 2013) mentre recupera campioni dal Tamigi a Londra per fare test sull'inquinamento, il 26 ottobre 1972. Hans Hass è stato anche uno dei primi a dedicarsi a fotografie e riprese subacquee, soprattutto nel Mar Rosso e con gli squali come soggetti dei suoi documentari
(Central Press/Hulton Archive/Getty Images)
Guanti con lettere e numeri usati per imparare a digitare sulla macchina da scrivere, nel dicembre 1960
(Frank Martin/BIPs/Getty Images)
Wilma Rudolph vince i 100 metri alle Olimpiadi di Roma, nel settembre 1960. L'atleta afroamericana vinse la gara dei 100 metri piani in 11 secondi netti: un tempo pazzesco, considerando che all’epoca i metodi di allenamento erano piuttosto rudimentali, che Rudolph aveva soli vent’anni e che il record del mondo dell’epoca era di 11 secondi e tre decimi, considerevolmente più alto. Rudolph è considerata una leggenda dell’atletica leggera: era nata prematura a Clarksville, in Tennessee, il 23 giugno del 1940, 80 anni fa ed è morta di tumore al cervello il 12 novembre 1994, a 54 anni. Era la ventesima dei ventidue figli di Ed Rudolph, un facchino ferroviario che prima della madre di Wilma aveva sposato un'altra donna. Da piccola passò gran parte del suo tempo a letto a causa di polmonite, scarlattina e infine poliomielite. La sua gamba sinistra rimase paralizzata e fino agli 11 anni utilizzò un tutore o una scarpa con una suola speciale per camminare. Rudolph fu una delle atlete più in vista di tutte le Olimpiadi del 1960 e diventò la prima americana a vincere tre medaglie d’oro in un’unica edizione. Nonostante ciò, per problemi di soldi dovette ritirarsi due anni dopo, a soli 22 anni, perché non riusciva a guadagnare abbastanza dalla sua carriera di atleta. Disse che si era ritirata presto perché non riusciva più «a pareggiare le cose migliori che ho fatto in passato». Fra le molte sue professioni seguenti alla carriera agonistica (insegnò al college, poi diventò portavoce di una casa cinematografica e di una società che faceva dolci), avviò una fondazione sportiva a suo nome e divenne un’ambasciatrice onoraria degli Stati Uniti nell’Africa occidentale. https://www.ilpost.it/2014/11/12/wilma-rudolph/ trovate più estesamente la sua storia
(Douglas Miller/Keystone/Getty Images)