La Danimarca ha vietato l’impiego di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei contenitori per il cibo

Padelle in vendita negli Stati Uniti che non contengono PFAS, secondo l'etichetta (AP Photo/Ellen Knickmeyer)
Padelle in vendita negli Stati Uniti che non contengono PFAS, secondo l'etichetta (AP Photo/Ellen Knickmeyer)

Lunedì la Danimarca è diventato il primo paese a vietare l’uso di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) per la fabbricazione di contenitori alimentari; il divieto entrerà in vigore nel luglio del 2020. I PFAS sono composti chimici utilizzati per rendere le superfici impermeabili ad acqua e grassi: vengono usati ad esempio nella carta da forno ma anche negli indumenti di Goretex e nelle padelle antiaderenti. Sempre più spesso si trovano nei contenitori per i pasti da asporto monouso perché rendono impermeabili quelli fatti di materiali biodegradabili e non di plastica. Il problema dei PFAS è che secondo alcuni studi potrebbero essere dannosi per la salute: non sarebbero smaltiti dal fegato e potrebbero avere ripercussioni sulla tiroide e sul livello del colesterolo. Il governo danese ha annunciato il divieto appena introdotto dicendo che «fortunatamente» ci sono altri metodi per rendere i contenitori per il cibo impermeabili.

Non esistono ancora studi esplicitamente indicativi sulla loro pericolosità ma in varie parti del mondo, tra cui Veneto e Sicilia, sono state condotte delle analisi per valutare la loro presenza nell’ambiente, in particolare nei corsi d’acqua. Circa un anno fa il Parlamento Europeo aveva approvato l’introduzione di nuovi parametri per valutare la potabilità dell’acqua del rubinetto che riguardavano anche la presenza di PFAS, ma per ora le nuove regole non sono state approvate dal Consiglio dell’Unione Europea. A maggio una proposta di legge per vietare l’uso dei PFAS nei contenitori alimentari era arrivata anche alla Camera dei Rappresentanti negli Stati Uniti.