Sono stati rilevati quattro isotopi radioattivi nell’atmosfera dopo l’incidente nucleare dell’8 agosto in Russia

Un frammento del video diffuso nel febbraio 2019 dagli organi di propaganda russi sul presunto lancio del missile (Burevestnick/Skyfall)
Un frammento del video diffuso nel febbraio 2019 dagli organi di propaganda russi sul presunto lancio del missile (Burevestnick/Skyfall)

L’agenzia meteorologica statale russa ha detto di aver rilevato la presenza di quattro isotopi radioattivi nei campioni d’aria prelevati a Severodvinsk, in Russia, città che si trova a circa 50 chilometri dalla base militare di Nenoksa, dove lo scorso 8 agosto è avvenuto un misterioso incidente nucleare. Nell’esplosione sono morti cinque scienziati dell’agenzia nucleare russa Rosatom, ma finora il governo russo ha dato pochissime informazioni a riguardo: sembra ormai certo che l’incidente abbia coinvolto un piccolo reattore nucleare che forniva materiale di propulsione a un missile sperimentale che l’esercito russo sta testando da alcuni mesi.

Gli isotopi rilevati sono lo Stronzio-91, il Bario-139, il Bario-140 e il Lantanio-140 e hanno un’emivita (cioè il tempo in cui la loro quantità si dimezza per decadimento) rispettivamente di 9,3 ore, 83 minuti, 12,8 giorni e 40 ore, se esposti all’aria. Secondo il servizio meteorologico russo sono state queste sostanze a provocare il picco di radiazioni nell’aria di Severodvinsk successivamente all’incidente: i valori erano rimasti sballati per due ore e mezza, e in quattro stazioni di Severodvinsk erano stati registrati valori da 4 a 16 volte più alti della norma di raggi gamma, radiazioni potenzialmente molto pericolose.