Il parroco di Poggioreale non si stupisce che le persone evadano

Ma che le persone vengano tenute rinchiuse «in una situazione disumana e degradante»

L'esterno del carcere di Poggioreale, Napoli, 26 agosto 2019 (ANSA/CESARE ABBATE/)
L'esterno del carcere di Poggioreale, Napoli, 26 agosto 2019 (ANSA/CESARE ABBATE/)

Franco Esposito, parroco di Poggioreale, ha scritto su Facebook un post per commentare l’evasione di Robert Lisowski dal carcere di Napoli, la prima negli oltre cento anni di storia della prigione. Domenica mattina Lisowski si era calato da uno dei muri di recinzione con una corda fatta di lenzuola annodate, riuscendo ad allontanarsi senza essere visto: è stato catturato dopo un giorno nel centro di Napoli. Esposito ha scritto:

«È scappato un detenuto da Poggioreale. Embè? Perché stupirsi davanti ad una evasione dal carcere, è la cosa più naturale che possa accadere. Quello che è innaturale è tenere rinchiuse delle persone in una situazione disumana e degradante. Con questo non sto assolutamente giustificando l’evasione di un pericoloso criminale (questo almeno secondo gli organi di informazione) ma vorrei spostare l’attenzione sul fatto che carceri come quello di Poggioreale non hanno certamente i requisiti per essere rieducativi e non servono certo al reinserimento della persona detenuta nel tessuto sociale. Allora mi domando se il carcere non è questo, qual è il suo compito a cosa serve?»

E ancora:

«Ora tutti si meravigliano che da Poggioreale sia scappato un detenuto. Tutti sono pronti a cercare un colpevole, o meglio a scaricare la colpa su un capro espiatorio. Io “mi meraviglio” non per uno che scappa ma per l’ottanta per cento che dopo aver finito la pena in carcere ritorna a commettere reati e quindi vi rientra. Il carcere ha fallito (…) Quello che invece mi rammarica e mi indigna profondamente, sono delle dichiarazioni di qualche sindacalista della polizia penitenziaria. Mi riferisco all’affermazione che scarica la colpa dell’evasione al fatto che pur essendoci pochi agenti della polizia non sono state sospese le attività trattamentali. L’unica cosa che da una parvenza di legalità a una istituzione deficitaria come quella di Poggioreale, doveva essere sospesa per sacrificare anche quel poco di buono che con sacrificio si riesce a realizzare sull’altare della sicurezza».

Il prete, nel suo post, faceva riferimento ai rappresentanti del sindacato di polizia penitenziaria Osapp i quali, ricordando che a Poggioreale mancano diversi agenti, hanno fatto sapere di aver chiesto al direttore che nel periodo estivo venissero sospese le attività trattamentali (come scuola e lavoro). Le parole di Don Franco Esposito sono state molto criticate, soprattutto quel suo “embè” iniziale. Intervistato su Repubblica, il prete ha ribadito che non giustifica l’evasione, ma che «se il carcere rieducasse, i reclusi non tenterebbero di scappare».