Le cose da sapere sullo sciopero autostradale del 25 e 26 agosto

In due fasce orarie a cavallo delle due giornate: potranno esserci code e disagi ai caselli

(ANSA/ RAFFAELE VERDERESE)
(ANSA/ RAFFAELE VERDERESE)

È stato confermato uno sciopero autostradale per il 25 e il 26 agosto, un fine settimana in cui è previsto un traffico particolarmente intenso a causa del rientro di molte persone dalle vacanze. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati FILT Cgil (Federazione Italiana Lavoratori Trasporti), FIT Cisl (Federazione Italiana Trasporti), Uiltrasporti, UGL Trasporti e Cisal (Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori) «a seguito della rottura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di settore e della necessità di proseguire la mobilitazione del personale dopo il primo sciopero».

Come funzionerà lo sciopero delle autostrade

Lo sciopero si articolerà in due fasce orarie a cavallo delle due giornate: durerà dalle 10 alle 14 di domenica 25 e dalle 18 di domenica alle 2 di lunedì 26. Potranno aderire allo sciopero i dipendenti di Autostrade per l’Italia che lavorano ai caselli e i turnisti (addetti agli impianti, alla sala radio e alla viabilità) non sottoposti alla legge 146/90 che regola il diritto di sciopero per i lavoratori del trasporto pubblico.

Il personale impiegato con turni sfalsati e spezzati potrà scioperare nelle ultime 4 ore del proprio turno, mentre il personale tecnico e amministrativo si potrà fermare nelle prime 4 ore del proprio turno di lunedì 26 agosto. Ci potranno essere code e disagi e alcuni varchi potrebbero rimanere chiusi, ma rimarranno aperti quelli automatizzati in cui si può pagare con carte di credito e Viacard, e quelli riservati ai possessori del Telepass.

Riguardo alle motivazioni dello sciopero, i sindacati hanno spiegato in una nota congiunta che «nel merito assumono un’importanza strategica, a fronte delle molte concessioni già scadute o di prossima scadenza ed in coerenza con la vertenza generale dei trasporti ‘Rimettiamo in movimento il Paese’, la definizione delle cosiddette clausole di salvaguardia sociale ed una congrua risposta economica, in linea con l’elevata redditività degli azionisti del settore e con i livelli di produttività raggiunti dagli addetti, il cui numero si è pressoché dimezzato». I sindacati aggiungono che, nonostante questo, «non è mai venuto meno l’impegno a garantire sicurezza e servizi agli utenti, anche a rischio della propria vita, come drammaticamente dimostrano gli incidenti sul lavoro che hanno coinvolto, in questo mese di esodo estivo, più di un lavoratore».