Il dipendente del consolato britannico di Hong Kong detenuto in Cina è accusato di favoreggiamento della prostituzione, dicono i media locali

Un cartello con il disegno del viso di Simon Cheng durante una manifestazione a Hong Kong, il 21 agosto 2019 (AP Photo/Vincent Yu)
Un cartello con il disegno del viso di Simon Cheng durante una manifestazione a Hong Kong, il 21 agosto 2019 (AP Photo/Vincent Yu)

Il Global Times, un tabloid collegato al Partito Comunista Cinese, dice che il dipendente del consolato britannico di Hong Kong che da due settimane è detenuto in Cina è accusato di favoreggiamento della prostituzione. Il tabloid cita fonti di polizia di Shenzhen, la città dove è detenuto l’uomo: avrebbe violato la legge che vieta di avere rapporti con le prostitute, e che prevede come sanzione una breve detenzione e una multa.

L’uomo si chiama Simon Cheng, ha 28 anni e risultava scomparso da due settimane: soltanto mercoledì il ministero degli Esteri cinese aveva confermato la sua detenzione sottolineando che è un cittadino di Hong Kong – quindi cinese, non britannico – e che per questo il suo arresto è una «questione cinese di affari interni».