Dopo la protesta delle femministe, a Città del Messico sei poliziotti sono stati sospesi nell’ambito delle indagini su due stupri

Sei poliziotti di Città del Messico sono stati sospesi nell’ambito delle indagini sugli stupri di due adolescenti avvenuti all’inizio di agosto. Nel paese ci sono state diverse proteste organizzate dai movimenti femministi contro la violenza sulle donne, che hanno marciato cantando slogan come: «Non ci proteggono, ci violentano» e fatto molta pressione sulle autorità. A Città del Messico le manifestanti erano armate di vernice e glitter rosa, che hanno lanciato sul ministro della Sicurezza Jesús Orta Martínez quando ha tentato di assicurare loro che i casi di stupro sarebbero stati adeguatamente approfonditi. Le femministe hanno poi camminato fino all’edificio della procura, sfondando la porta e lasciando all’esterno la testa di un maiale.


Le proteste sono state causate da due recenti denunce di stupro. Il primo caso riguarda una ragazza di 17 anni che ha raccontato che quattro poliziotti l’avevano violentata nella loro auto di pattuglia ad Azcapotzalco, lo scorso 3 agosto. Il secondo caso riguarda una ragazza di 16 anni che ha dichiarato che un poliziotto l’aveva violentata in un museo nel centro della città, pochi giorni dopo. Un agente è stato arrestato giovedì scorso in relazione al secondo caso. Finora non è stato invece fatto alcun arresto in relazione al primo.

Secondo dati dell’ONU, circa nove donne vengono uccise ogni giorno i Messico. I numeri delle denunce di stupro sono però molto bassi: i movimenti femministi sostengono che questo sia dovuto al fatto che la fiducia verso la polizia è molto scarsa, e che quindi le denunce siano rare.