L’inchiesta sugli studenti sfruttati negli stabilimenti Foxconn

Venivano fatti lavorare anche di notte per raggiungere gli obiettivi di produzione: lo ha scoperto China Labor Watch, Foxconn ha poi ammesso tutto

Lavoratori nello stabilimento Foxconn di Hengyang, in Cina (Imaginechina via AP Images)
Lavoratori nello stabilimento Foxconn di Hengyang, in Cina (Imaginechina via AP Images)

Foxconn, il più grande produttore di dispositivi elettronici al mondo a partire dagli iPhone, ha costretto centinaia di studenti a lavorare oltre l’orario di lavoro e di notte per la produzione dei dispositivi Alexa, gli assistenti vocali di Amazon, in uno dei suoi stabilimenti in Cina. Il fatto è stato documentato da China Labor Watch, un’associazione cinese che si occupa di diritti dei lavoratori, che dopo aver ottenuto documenti interni che dimostravano lo sfruttamento degli studenti ha verificato la cosa con alcune delle persone coinvolte. Foxconn ha poi dovuto ammettere di aver impiegato illecitamente alcuni studenti.

Nello stabilimento di Foxconn di Hengyang, nella provincia di Hunan, in Cina, lavorano come stagisti un migliaio di studenti tra i 16 e i 18 anni, reclutati nelle scuole e accompagnati dai professori nel rispetto delle leggi cinesi. L’impiego di ragazzi sopra i 16 anni è consentito per brevi periodi di tempo con l’idea che serva per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro. La legge impone che gli studenti siano pagati e vieta che lavorino di notte o fuori dall’orario normale che, nello stabilimento di Hengyang, avrebbe dovuto essere di 8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana.

I documenti ottenuti da China Labor Watch dimostrano però che gli stagisti impiegati a Hengyang venivano fatti lavorare ben oltre l’orario normale e che il loro contributo al lavoro era necessario per il raggiungimento degli obiettivi di produzione interni. Alcuni degli studenti sentiti da China Labor Watch hanno raccontato che l’orario di lavoro era spesso di 10 ore al giorno per sei giorni alla settimana; quando provavano a chiedere ai loro professori di lavorare di meno venivano minacciati di perdere lo stage, con conseguenze sui loro voti scolastici. I professori, nell’ambito degli stage, vengono pagati dall’azienda per occuparsi della sorveglianza degli studenti, che spesso alloggiano nei dormitori della fabbrica.

Secondo i documenti ottenuti da China Labor Watch e forniti al Guardian, inoltre, lo sfruttamento degli studenti era necessario nei momenti di massima produzione per ovviare alla carenza di personale e per poter risparmiare (perché gli stagisti venivano trattati come normali dipendenti, ma pagati meno). Il documento dice esplicitamente che gli studenti che non lavoravano oltre l’orario di lavoro avevano un effetto negativo «sugli obiettivi di produzione».

Nel 2017 Amazon e Foxconn avevano stretto un accordo per aggiungere 15 nuove linee di produzione e assumere centinaia di lavoratori per accelerare la produzione degli altoparlanti Echo e Echo Dot, che supportano l’assistente vocale Alexa, e dei Kindle.

Dai documenti risulta che Foxconn paghi le scuole 500 yuan (più di 60 euro) al mese per ogni studente reclutato e che abbia stretto accordi con quattro scuole perché forniscano all’azienda un totale di 900 ragazzi ciascuna. Gli studenti in stage contribuiscono al lavoro complessivo dell’azienda per il 15 per cento e vengono pagati il corrispettivo di 2 euro all’ora.

Foxconn ha ammesso di aver violato le leggi cinesi facendo lavorare gli studenti oltre l’orario e ha assicurato che ci saranno più controlli per evitare che questo si ripeta. Ha anche affermato che lo stage è un’opportunità positiva per gli studenti di fare un’esperienza formativa nel mondo del lavoro. Ma gli studenti hanno raccontato che il lavoro che fanno nello stabilimento spesso non ha nulla a che vedere con il loro percorso di studi: una ragazza che studia informatica ha raccontato a China Labor Watch che il suo lavoro consisteva nell’applicare circa 3mila pellicole protettive al giorno sugli altoparlanti Echo Dot.

Amazon ha dichiarato che non tollera violazioni del codice comportamentale imposto ai fornitori e che effettua regolarmente controlli e valutazioni, ma China Labor Watch sostiene che finché non vengono ammessi controlli esterni nelle fabbriche, i diritti dei lavoratori continueranno a essere calpestati. Foxconn è stata in passato al centro di diversi scandali legati alla salute dei suoi lavoratori, impiegati spesso per lunghissimi turni di lavoro e in condizioni difficili. Dopo diversi casi di suicidi di dipendenti legati all’eccessivo lavoro, qualche anno fa si era parlato di piccoli miglioramenti nelle fabbriche Foxconn.