Le separazioni tra genitori e figli entrati illegalmente negli Stati Uniti sono proseguite anche dopo che Trump aveva detto che sarebbero finite

Una donna dall'Honduras toglie le stringhe dalle scarpe della figlia, McAllen, Texas, 12 giugno 2018
(John Moore/Getty Images)
Una donna dall'Honduras toglie le stringhe dalle scarpe della figlia, McAllen, Texas, 12 giugno 2018 (John Moore/Getty Images)

L’ACLU, un’organizzazione non governativa statunitense a favore dei diritti civili, ha detto in un documento depositato in tribunale che nell’ultimo anno più di 900 bambini migranti sono stati separati dai loro genitori, entrati illegalmente negli Stati Uniti. L’ACLU (American Civil Liberties Union) sostiene quindi che l’amministrazione degli Stati Uniti sia andata contro la decisione di un tribunale federale, che circa un anno fa aveva ordinato la sospensione delle separazioni tra genitori e figli, tranne che per alcune rare eccezioni, dovute a situazioni oggettivamente problematiche e di pericolo per i figli. Più di un anno fa, il presidente statunitense Donald Trump aveva anche firmato un ordine esecutivo che parlava delle fine delle separazioni al confine tra genitori e figli.

Secondo i documenti, i genitori sarebbero stati invece separati dai bambini con pretesti di vario tipo, spesso futili: come non aver cambiato un pannolino o aver avuto piccoli problemi legali. Dei figli di migranti separati dai loro genitori in base alla politica della “tolleranza zero” sull’immigrazione voluta dal presidente statunitense Donald Trump, si parla da più di un anno. Kevin McAleenan, segretario per la Sicurezza nazionale, ha sostenuto invece che le separazioni avvengano solo in «casi estremamente rari» e solo quando un genitore rappresenta un pericolo per il figlio.