La foto del sospettato per l’omicidio del carabiniere a Roma, legato e bendato

È stata scattata durante le indagini e quello che mostra è una violazione delle norme sui diritti umani in vigore in Italia

Nelle ultime ore diversi giornali hanno pubblicato una foto di Gabriel Christian Natale-Hjorth mentre si trova in una caserma dei carabinieri di Roma in attesa di essere interrogato: Natale-Hjorth è il ragazzo statunitense di 18 anni sospettato di aver preso parte all’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega venerdì nel centro di Roma. Nella foto Natale-Hjorth è legato e bendato, una condizione che viola palesemente le norme sul trattamento delle persone da parte delle autorità, sia in condizioni di libertà che di arresto.

Secondo Repubblica, la foto è stata scattata «venerdì 26 luglio in un ufficio del Reparto investigativo dei carabinieri di via In Selci, a Roma». La Stampa, che ha pubblicato la foto in anteprima la sera di sabato 27, sostiene che sia stata scattata mentre iniziavano gli interrogatori dei due ragazzi, quindi venerdì mattina. L’immagine sarebbe poi circolata in alcune «chat di WhatsApp di cui fanno parte solo militari», e solo in un secondo momento fatta arrivare ai giornali.

Intorno alle 23, il comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha diffuso una nota in cui «prende fermamente le distanze dallo scatto e dalla divulgazione di foto di persone ristrette per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega». Secondo il Corriere della Sera, il comando generale ha poi aperto un’inchiesta interna per individuare il responsabile: «due ore dopo il nome del militare viene consegnato ai pubblici ministeri. Adesso rischia l’accusa di violenza privata e maltrattamenti, ma anche la sospensione dal servizio».

Non è chiaro perché Natale-Hjorth sia stato legato e bendato. Il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Francesco Gargaro, ha spiegato al Corriere che «il carabiniere che ha bendato il fermato dice di averlo fatto per evitare che potesse vedere la documentazione che si trovava negli uffici e sui monitor».

In ogni caso, il trattamento riservato a Natale-Hjorth viola palesemente le norme sui diritti umani in vigore in Italia: su tutte l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, secondo cui «nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti». È la norma che viene citata più spesso quando si parla di violazioni compiute da agenti delle forze dell’ordine nei confronti di persone detenute. Un simile avvertimento compare anche su alcuni moduli precompilati – che si trovano facilmente online – forniti alle persone arrestate per ricordare loro i diritti garantiti dalla legge.

In Italia, inoltre, da due anni è in vigore una legge contro il reato di tortura, promossa soprattutto dall’ex senatore del PD ed esperto di diritti umani Luigi Manconi. La legge ha introdotto un nuovo articolo del codice penale, il 613-bis, che dice:

«Chiunque con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa, è punito con la pena della reclusione da quattro a dieci anni se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona»

Sin dall’inizio delle indagini, diversi politici e giornali di destra hanno parlato dei responsabili dell’omicidio di Rega in termini molto duri. Stamattina Libero ha scritto in prima pagina che «in America gli assassini 19enni finirebbero in una camera a gas», un’affermazione molto problematica per diversi motivi: per esempio per il fatto che non si è ancora tenuto nessun processo. Quello della camera a gas, poi, è un metodo utilizzato solo in casi particolari e soltanto in alcuni stati.

In precedenza il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva invocato i «lavori forzati» per i colpevoli dell’omicidio di Rega, una pena che nell’ordinamento italiano è stata cancellata nel 1866. Domenica pomeriggio Salvini ha scritto su Twitter che «a chi si lamenta della bendatura di un arrestato, ricordo che l’unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un Carabiniere, un servitore della Patria». Di fatto, Salvini si è rifiutato di riconoscere la palese violazione dei diritti umani a cui è stato sottoposto Natale-Hjorth.

Poche ore prima, l’account della Lega su Twitter aveva chiesto polemicamente ai propri follower se anche loro pensano che la foto sia davvero «choc», come hanno scritto diversi giornali.