Nel 2016 la Russia interferì con i sistemi di voto in tutti e 50 gli stati americani, secondo una commissione parlamentare statunitense

Un seggio in Illinois. (Scott Olson/Getty Images)
Un seggio in Illinois. (Scott Olson/Getty Images)

La commissione dell’Intelligence del Senato degli Stati Uniti ha concluso che la Russia interferì nelle elezioni presidenziali del 2016 in tutti e 50 gli stati, in un’operazione molto più vasta di quella di cui si era a conoscenza finora. Il rapporto compilato dalla commissione ha concluso che non ci sono prove che gli hacker russi abbiano effettivamente cambiato i voti, ma in alcuni stati – come l’Illinois – avevano ottenuto la possibilità di alterare i registri elettorali. Il rapporto, che contiene alcune varie raccomandazioni per le prossime elezioni presidenziali, è stato censurato in varie parti dalle agenzie di intelligence per non compromettere indagini in corso.

L’ex procuratore speciale Robert Mueller, la cui indagine aveva accertato una volta per tutte l’intensa e sistematica attività di interferenza russa nella politica statunitense, pochi giorni fa l’aveva definita una delle più grandi minacce della storia degli Stati Uniti, che peraltro sta ancora proseguendo.