È morto il magistrato Francesco Saverio Borrelli, capo del pool di Mani Pulite

Aveva 89 anni e aveva guidato l'inchiesta della procura di Milano su Tangentopoli

(ANSA/MATTEO BAZZI)
(ANSA/MATTEO BAZZI)

È morto a 89 anni Francesco Saverio Borrelli, magistrato noto principalmente per aver guidato il cosiddetto pool di Mani Pulite, cioè la squadra di procuratori milanesi che all’inizio degli anni Novanta indagò sul giro di corruzione tra i principali partiti politici italiani della Prima Repubblica, nello scandalo diventato famoso come Tangentopoli. Borrelli era ricoverato all’Istituto dei Tumori di Milano.

Nato a Napoli nel 1930, era entrato in magistratura nel 1955 passando gran parte della sua carriera a Milano, dove fu prima giudice e poi pubblico ministero, alla guida della squadra formata tra gli altri da Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo e Ilda Boccassini, che partendo dall’inchiesta sul Pio Albergo Trivulzio di Milano arrivarono a coinvolgere i vertici del Partito Socialista e della Democrazia Cristiana. In seguito, Borrelli aveva guidato le indagini sul cosiddetto scandalo di Calciopoli per conto della FIGC.

Pur non entrando mai professionalmente in politica come Di Pietro, Borrelli era stato protagonista e teorizzatore di iniziative di maggior impegno e visibilità dei pubblici ministeri nella vita civile e politica, soprattutto in opposizione ai governi di Silvio Berlusconi ed era l’autore dello slogan contro alcuni progetti di riforma del sistema giudiziario “Resistere, resistere, resistere”: citazione di un vecchio slogan bellico, fu poi molto usato in quegli anni dai più attivi critici antiberlusconiani.