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  • Martedì 16 luglio 2019

Il grande furto di dati in Bulgaria

I dati di milioni di persone sono stati rubati dal database dell'agenzia delle entrate e mandati ai media locali: secondo il ministro dell'Interno potrebbe esserci dietro la Russia

(AP Photo/Wilfredo Lee)
(AP Photo/Wilfredo Lee)

Alcuni hacker hanno sottratto milioni di dati personali dai server dell’agenzia delle entrate della Bulgaria. Lo ha riferito il governo bulgaro martedì, aggiungendo che dopo il furto i dati sono stati inviati ad alcuni media locali da un account email registrato in Russia. Nelle email si diceva che erano stati attaccati più di 100 database ospitati dai server del ministero delle Finanze, e che alcuni di questi provenivano dalle principali amministrazioni bulgare e contenevano informazioni riservate.

Il ministro delle Finanze bulgaro, Vladislav Goranov, ha detto che i dati rubati sono il 3 per cento di tutti quelli contenuti nei database dell’agenzia delle entrate. Il primo ministro bulgaro Bojko Borisov ha convocato un consiglio di sicurezza nazionale, chiedendo anche un aiuto alle istituzioni europee per verificare la sicurezza dei sistemi informatici del paese. Il quotidiano 24 Chasa, riporta Associated Press, ha scritto che un file inviato dagli hacker conteneva più di 1,1 milioni di dati finanziari e personali. L’attacco sarebbe iniziato verso la fine di giugno, ma sarebbe stato scoperto solo lunedì dopo che gli hacker hanno inviato le mail ai media.

Non è chiaro chi ci sia dietro l’attacco informatico né quali siano state le motivazioni, ma secondo il ministro dell’Interno Mladen Marinov la causa potrebbe essere la decisione presa la scorsa settimana dal governo bulgaro di acquistare otto aerei da combattimento F-16 dalla società statunitense Lockheed Martin per 1,256 miliardi di dollari (1,119 miliardi di euro), per rimpiazzare i vecchi MiG-29 sovietici. È il maggiore acquisto di materiale militare da parte della Bulgaria dalla fine della Guerra fredda, e il fatto che le email che sono state inviate dopo l’attacco provenissero da un account russo – insieme ai moltissimi precedenti di attacchi informatici coordinati dalla Russia – secondo Marinov potrebbe far pensare che ci sia la Russia dietro il furto di dati.

Al momento il governo russo non ha replicato alle accuse di Marinov, e anche il ministro delle Finanze Goranov non ha voluto commentare l’ipotesi avanzata da Marinov di un coinvolgimento della Russia, e ha sottolineato come l’attacco sia avvenuto prima che l’acquisto di F-16 fosse finalizzato.