I 40 anni del Walkman

Fu messo in vendita in Giappone il primo luglio del 1979, cambiando radicalmente il modo in cui ascoltiamo la musica

Esattamente 40 anni fa, il primo luglio del 1979, in Giappone venne messo in commercio per la prima volta il Walkman, uno strumento che ha rivoluzionato il modo in cui si ascolta la musica, e senza il quale oggi probabilmente non andremmo in giro con un paio di auricolari nelle orecchie ascoltando canzoni. Lo produsse l’azienda di elettronica giapponese Sony, che negli anni successivi dominò il mercato dei lettori portatili di musicassette grazie a questa invenzione.

Le musicassette erano state brevettate nel 1963 dalla società olandese Philips, e da allora erano diventate uno degli strumenti più popolari per ascoltare musica fuori di casa. A differenza dei dischi in vinile, considerati qualitativamente migliori ma più ingombranti, le musicassette erano piccole e maneggevoli, perfette per essere ascoltate nell’impianto stereo della macchina. Negli anni Settanta si diffusero anche alcuni riproduttori di musicassette portatili, che però erano utilizzati principalmente per lavoro. Non riproducevano in audio stereo ed erano ancora piuttosto pesanti, più adatti a essere posati su un tavolo durante una riunione che tenuti in mano camminando, e potevano effettuare registrazioni o riprodurre una cassetta (generalmente microcassette, un formato utilizzato principalmente nelle segreterie telefoniche e nei registratori vocali, ma non per incidere musica). La Sony li chiamava “Pressman”, perché erano pensati soprattutto per i giornalisti che avevano bisogno di registrare interviste.

Nel 1978 la Sony ne produsse un modello che fu poi alla base del Walkman, il TC-D5. Era alimentato solo a batterie e poteva riprodurre musicassette con un’ottima qualità del suono: era però molto costoso (circa 1.000 dollari) ed era ancora parecchio voluminoso. Ne era un grande utilizzatore il cofondatore della Sony, Masaru Ibuka, che si dice amasse usarlo per ascoltare musica durante i suoi viaggi di lavoro in aereo. Ibuka lo trovava però troppo grande, e chiese quindi al dipartimento che si occupava della produzione di registratori, guidato da Kozo Ohsone, che ne sviluppasse per lui un modello più leggero, da cui fosse eliminata la possibilità di registrare e che potesse riprodurre musica anche in stereo. Sul modello della versione del TC-D5 realizzata per Ibuka, Akio Morita, l’altro fondatore della Sony, chiese di sviluppare un riproduttore di musicassette ancora più piccolo e che fosse accessibile a più persone possibili, in modo da commercializzarlo in tempo per le vacanze estive del 1979.

Ohsone e gli ingegneri della Sony si misero al lavoro per realizzarlo in tempi brevi e utilizzarono come base il TC-D5, ma per abbassarne il prezzo decisero di usare materiali di minore qualità. Nacque così il TPS-L2, un oggetto compatto dal peso di circa 400 grammi alimentato da due pile stilo, che venne chiamato Walkman. Il primo modello era blu metallizzato, un colore scelto da Sony perché richiamava quello dei blue jeans. Non aveva un altoparlante, e per riprodurre una musicassetta era necessario utilizzare un paio di cuffie collegate tramite un jack audio.

Un Walkman del 1980 esposto alla Toshiba Gallery del Victoria and Albert Museum di Londra, nel 2015 (Carl Court/Getty Images)

Inizialmente il Walkman avrebbe dovuto avere incluse un paio di grandi cuffie, di quelle che coprono tutto il padiglione auricolare: solo che sarebbero state molto più grandi dello stesso Walkman, rendendo inutili i tentativi di rendere quello strumento qualcosa da portare tutti i giorni in giro con sé. Il Walkman venne quindi venduto con un paio di cuffie più leggere, che la Sony aveva iniziato a sviluppare tre anni prima, che avevano dei piccoli auricolari ricoperti da cuscinetti di spugna. Il primo modello non permetteva di fare registrazioni, ma dava la possibilità di utilizzare due cuffie contemporaneamente e aveva un pulsante “Hotline” che permetteva a due persone di parlare tra di loro attraverso il microfono del Walkman anche mentre c’era della musica in riproduzione. La funzione venne eliminata nei modelli successivi.

Fu Oshone a proporre di chiamarlo Walkman, sul calco del vecchio Pressman, perché dava l’idea di un oggetto da usare mentre si cammina (si può tradurre come “persona che cammina”, dall’inglese walk, “camminare”, e man, “persona”). Non tutti però alla Sony erano convinti di questa scelta, anche perché poteva sembrare una storpiatura giapponese di quella che sarebbe la corretta dicitura in inglese (walking man). Qualcuno ipotizzò di chiamarlo Walky, ma alla fine Morita decise di sostenere la scelta di Oshone, anche perché ormai il nome Walkman era già stato stampato sulle confezioni e sui manifesti pubblicitari e non c’era più tempo per cambiarlo.

Il Walkman venne messo in vendita in Giappone il primo luglio al prezzo di 39mila Yen (circa 130 euro dell’epoca, che oggi sarebbero circa 4-500 euro, tenendo conto dell’inflazione) e ne furono prodotte inizialmente 30mila unità. La presentazione ai giornalisti avvenne qualche giorno prima, il 22 giugno, ma non con una classica conferenza stampa. I giornalisti vennero portati con un bus al parco Yoyogi-kōen di Tokyo, e a ognuno di loro venne dato un Walkman con una cassetta su cui era registrata la descrizione del prodotto. La registrazione includeva anche alcune azioni che i giornalisti dovevano fare, e alcuni attori che davano dimostrazioni dell’uso del Walkman.


(Le prime pubblicità televisive del Walkman in Giappone)

Sony decise di non investire in grandi campagne pubblicitarie televisive, ma di puntare su iniziative più innovative che rendessero il Walkman popolare tra i giovani. Ingaggiò alcuni ragazzi perché girassero per le vie affollate dei quartieri di Shinjuku e Ginza, a Tokyo, fermando i passanti per far ascoltare loro le potenzialità del Walkman. Nel primo mese furono vendute solamente 3mila unità ma per la fine di agosto tutti i Walkman furono esauriti.

Nei mesi successivi il successo del Walkman in Giappone fu inarrestabile, e Sony si preparò a lanciarlo anche in Europa e Nord America. All’inizio si pensò di commercializzarlo all’estero con un nome diverso (Soundabout negli Stati Uniti, Stowaway nel Regno Unito e Freestyle in Svezia). Morita però, viene raccontato sul sito della Sony, si convinse a mantenere il nome originale dopo un viaggio in Europa in cui si era reso conto che diverse persone che erano state in vacanza in Giappone avevano acquistato un Walkman, rendendo già popolare il prodotto anche in altri paesi. Inoltre il nome risultò semplice da ricordare e da pronunciare anche nei paesi che non sono di madrelingua inglese, amplificandone così la diffusione.

In poco tempo il Walkman divenne molto popolare in tutto il mondo, e già nel 1980 fece la sua comparsa al cinema nel film francese di Claude Pinoteau Il tempo delle mele (il cui titolo originale era La Boum), in una scena diventata iconica. Durante una festa il personaggio di Mathieu (interpretato da Alexandre Sterling) fa indossare un paio di cuffie di un Walkman a Vic (Sophie Marceau) per farle ascoltare in intimità un lento (Reality di Richard Sanderson) mentre tutti intorno i loro amici ballano un pezzo dance.


La popolarità del Walkman negli anni Ottanta fu tale – nel frattempo molte aziende cominciarono a produrne le loro versioni – che nel 1986 la parola venne inclusa anche nell’Oxford English Dictionary, il principale dizionario della lingua inglese. Il suo successo fu dovuto a molteplici fattori, non ultimo una nuova attenzione nel mondo occidentale per l’esercizio fisico e per il jogging in particolare. Con il Walkman per la prima volta fu possibile fare una cosa che oggi ci pare del tutto naturale, ma che all’epoca non lo era: andare a correre ascoltando della musica.

La diffusione delle musicassette nel corso degli anni declinò gradualmente, in favore di formati con un audio migliore, come i CD, e Sony decise di attribuire il nome Walkman anche a dispositivi in grado di riprodurre CD e MiniDisc. Arrivò però tardi nella creazione di un lettore MP3: mentre infatti nel 2001 Apple introdusse l’iPod, Sony preferì concentrarsi sui lettori di musica in formato ATRAC, che si rivelarono in poco tempo un insuccesso. Nel frattempo Sony continuò a vendere anche i Walkman per riprodurre musicassette: la produzione venne interrotta definitivamente il 23 ottobre del 2010.

Oggi Sony non produce più lettori di musicassette, e i prezzi di quelli originali su eBay possono arrivare anche a diverse centinaia di euro. Nonostante il Walkman non sia più in produzione, negli ultimi anni le vendite di musicassette sono tornate a crescere dopo anni di silenzio. Grazie ad alcuni famosi artisti come Taylor Swift, Jay-Z e Lana Del Rey, che hanno messo in vendita i loro ultimi dischi anche in musicassetta per i collezionisti e gli amanti delle cose vintage, nel 2018 negli Stati Uniti sono state vendute 219mila musicassette, il 23 per cento in più che nel 2017. Nel 2014, inoltre, il Walkman si è rivisto anche al cinema, nel film del 2014 I Guardiani della Galassia, dove Star-Lord (interpretato da Chris Pratt) lo usa nella scena iniziale per ascoltare Come and Get Your Love dei Redbone.