Luca Lotti si è “autosospeso” dal PD per il suo coinvolgimento nello scandalo al CSM

(ANSA/TIBERIO BARCHIELLI/UFFICIO STAMPA)
(ANSA/TIBERIO BARCHIELLI/UFFICIO STAMPA)

L’ex ministro dello Sport Luca Lotti ha detto di essersi “autosospeso” dal Partito Democratico a causa del suo coinvolgimento nello scandalo al Consiglio Superiore della Magistratura di cui si è parlato nelle ultime settimane. Lo scandalo è nato a partire da un’indagine per corruzione sul conto di Luca Palamara, ex membro del CSM ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati. L’indagine, tra le altre cose, ha mostrato che alcuni magistrati avevano partecipato a riunioni con Palamara o con altri politici, tra cui anche Lotti (che è sotto processo a Roma per il caso CONSIP e, secondo i magistrati, avrebbe cercato di influenzare la nomina del procuratore della città).

Nel messaggio con cui ha annunciato “l’autosospensione” dal partito, Lotti ha scritto che «La verità è una sola e l’ho spiegata ieri: non ho fatto pressioni, non ho influito nel mio processo, non ho realizzato dossier contro i magistrati, non ho il potere di nominare alcun magistrato», dicendo di essersi autosospeso «per il rispetto e l’affetto che provo verso gli iscritti del PD». Il regolamento del Partito Democratico prevede l’istituto dell’autosospensione, a cui può ricorrere un “iscritto sottoposto a procedimento penale” e che se non respinta comporta la sospensione dalle attività di partito. Concretamente, significa probabilmente che Lotti non parteciperà a riunioni e assemblee del PD, mentre continuerà normalmente la sua attività da parlamentare. Nei giorni scorsi, Lotti era stato criticato da alcuni esponenti del partito.