L’Italia nelle foto di Emiliano Mancuso

"Cartoline sociologiche" dell'Italia scattate tra il 2003 e il 2018, in mostra a Roma

È stata inaugurata al Museo di Roma in Trastevere la mostra Una diversa bellezza. Italia 2003 – 2018 sul lavoro del fotografo romano Emiliano Mancuso. La mostra si potrà visitare fino al 6 ottobre 2019 e saranno esposte circa 150 fotografie, per mostrare i differenti stili e linguaggi – il bianco e nero, il colore, le immagini digitali, quelle analogiche e le polaroid, fino ai video – adottati da Mancuso durante la sua carriera, interrotta prematuramente l’anno scorso quando è morto a 47 anni.

Emiliano Mancuso era nato a Roma nel 1971 e nei suoi lavori si è concentrato soprattutto sulla rappresentazione dell’Italia. Ha collaborato con testate nazionali e internazionali e dal 2012 aveva iniziato a dedicarsi anche all’attività di regista e alla realizzazione di film e documentari, come Il diario di Felix e Le cicale, il suo ultimo lavoro.

La mostra è divisa in quattro sezioni che espongono altrettanti lavori di Mancuso. Il primo è Terre di Sud (2003-2008), un progetto fotografico sul Mezzogiorno da cui è stato realizzato nel 2008 l’omonimo libro. Poi Stato d’Italia (2008-2011), diventato anch’esso un libro su diverse storie italiane di quegli anni, che vanno dalla crisi economica agli sbarchi a Lampedusa, da Rosarno con la rivolta dei braccianti africani alle storie dei lavoratori dell’acciaieria Ilva. Il Diario di Felix (2016), cortometraggio girato in una casa-famiglia di Roma dove vengono ospitati minori che scontano misure alternative al carcere, racconta le storie di 8 di questi ragazzi durante il loro ultimo anno di permanenza nella struttura. E infine Le Cicale (2018) diretto con Federico Romano, che parla di come quattro persone vivano a Roma con la pensione minima o lavorando in nero in attesa di ottenerla.

La mostra è curata dalla photoeditor Renata Ferri, secondo la quale le foto di Mancuso parlano di “un’umanità dolente, un’Italia ferita alla costante ricerca della sua identità in un perenne oscillare tra la conferma dello stereotipo e la cartolina malinconica”. In una recente intervista all’Huffington Post Ferri ha invece spiegato l’origine del titolo della mostra, “una diversa bellezza”, preso da un testo che lo scrittore Domenico Starnone aveva scritto per la pubblicazione di Terre di Sud: «La bellezza non è la bellezza dell’Italia nella definizione più classica, ma la bellezza delle sue “cartoline sociologiche”. Starnone aveva colto l’essenza del lavoro di Emiliano: un ritratto sociologico duro, ma pieno di gioia energia e colore. Ogni foto, sotto l’apparente semplicità, nasconde sfumature di dolore e disagio, ma anche di felicità ed entusiasmo. E poi tanta umanità e contatto». Ferri aveva lavorato con Mancuso anche alla realizzazione di Stato d’Italia: qui trovate un’intervista di qualche anno fa al riguardo.

In occasione della mostra è stata lanciata una campagna di raccolta fondi per la realizzazioni di un libro che raccolga i materiali esposti.