I piloti di American Airlines si lamentarono con Boeing dopo la caduta del 737 Max a Giacarta
CBS News ha ottenuto un audio di una discussione avvenuta nel novembre del 2018 tra membri del sindacato dei piloti della compagnia aerea American Airlines e Mike Sinnett, vicepresidente dell’azienda Boeing, che produce il modello 737 Max. Erano trascorse poche settimane dalla caduta del 737 Max di Lion Air, avvenuta poco dopo il decollo a Giacarta, in Indonesia, e nell’incontro i piloti chiesero conto del MCAS, il nuovo sistema antistallo su cui i piloti non erano stati formati per evitare nuovi costi alla compagnia.
Quattro mesi dopo, nel marzo scorso, precipitò dopo il decollo da Addis Abeba un secondo 737 Max, quello della Ethiopian Airlines. In tutto nei due incidenti sono morte 346 persone e dalle indagini preliminari la causa sembra essere stata la stessa, il malfunzionamento di un sensore su cui si basava il sistema antistallo: ricevendo dati sbagliati, il sistema avrebbe provocato l’abbassamento automatico del muso dell’aereo, che continuava ad andar giù malgrado i piloti lo riportassero su, e quindi alla fine il suo schianto. I piloti, è emerso, non erano stati informati e addestrati a sufficienza sul sistema, e non sono così stati in grado di evitare gli incidenti.
Nell’audio ottenuto da CBS i piloti si lamentano di non essere stati adeguatamente formati: «dobbiamo sapere cosa c’è sui nostri aerei» dice uno di loro; un altro aggiunge che i piloti «non conoscevano il dannato sistema che c’era sull’aereo, non lo conosceva nessuno». Sinnett risponde che «non so se capire il sistema avrebbe cambiato il corso delle cose» e che «cerchiamo di non appesantire l’equipaggio con informazioni non necessarie, così che conoscano le cose che noi riteniamo importanti». I piloti presenti però non sembrano soddisfatti dalla risposta. Boeing promise che avrebbe fatto delle modifiche al software, probabilmente nel giro di sei settimane, ma dovevano ancora essere sviluppate al momento del secondo incidente.