Sulla carta d’identità dei e delle minorenni è tornata la dicitura “madre” e “padre” al posto di “genitori”

Una carta di identità con la dicitura "genitori" (ANSA)
Una carta di identità con la dicitura "genitori" (ANSA)

Sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 3 aprile è stato pubblicato il decreto che prevede la dicitura “madre” e “padre” per la carta di identità dei e delle minorenni al posto di “genitori”, come era previsto dal 2015. Il decreto, firmato dal ministro dell’Interno, da quello della Pubblica Amministrazione e da quello dell’Economia, porta la data del 31 gennaio 2019 e modifica il testo del decreto del 23 dicembre 2015, con il quale si introduceva invece la dicitura “genitori”.

Lo scorso novembre, a proporre il reintegro dei ruoli biologici era stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha di recente partecipato al Congresso Mondiale delle Famiglie dove, tra le altre cose, è stato difeso proprio il modello di famiglia cosiddetta tradizionale, formata cioè da un uomo e da una donna, contro ogni altra forma di unione e relazione affettiva o genitoriale.

La dicitura “padre” e “madre” era stata giudicata “discriminatoria” dal garante della Privacy, interpellato proprio dal Viminale: discriminatoria quando ad esempio il minore è affidato non al padre ed alla madre biologici ma a chi ne esercita la responsabilità genitoriale a seguito di trascrizione di atto di nascita formato all’estero, sentenza di adozione in casi particolari o riconoscimento di provvedimento di adozione pronunciato all’estero. Per poter ottenere il documento di identità del minore, aveva spiegato il Garante, questi soggetti dovrebbero (e dunque ora dovranno) essere costretti ad una falsa dichiarazione, attribuendosi un’identità che non appartiene loro. E anche nel caso in cui il documento fosse rilasciato, questo porterebbe delle informazioni non veritiere circa l’identità dei soggetti che hanno la responsabilità genitoriale del o della minore.